Difesa troppo.. Umana, e la Reyer campione d'Italia va in crisi

Venerdì 22 Dicembre 2017 di Giacomo Garbisa
Difesa troppo.. Umana, e la Reyer campione d'Italia va in crisi
Nessuna luce in fondo al tunnel. Sei sconfitte di fila, fra campionato e Champions League, stanno scalfendo le certezze dell'Umana Reyer. Se i ko contro Avellino, Estudiantes e Reggio Emilia erano arrivati nei finali punto a punto bilanciando le (troppe) partite che a inizio stagione anche Ress e compagni avevano strappato in volata, i tonfi con Banvit (-28), Brescia (-19) e l'ultimo di Atene con l'Aek (-20) sono stati fragorosi.
SQUADRA SBILANCIATA
Molteplici le cause della crisi termine che però non piace in casa orogranata: «Momenti come questo fanno parte di una stagione, ne abbiamo avuti altri anche in passato e non è escluso se ne ripresentino» dice il presidente Federico Casarin , legate sia a questioni tecniche sia a imprevisti. Come la pioggia di infortuni abbattutasi sulla Reyer: da Stefano Tonut, operato alla schiena a settembre per la seconda volta in un anno, a Michael Jenkins, fermatosi di nuovo per un problema alla coscia destra che già lo aveva tenuto fuori un mese, fino al forfait di Michael Bramos, vero equilibratore difensivo di una squadra che, rispetto alla trionfale scorsa stagione, sembra aver smarrito proprio la sua matrice di difesa imperforabile (fra campionato e coppa la Reyer subisce oltre 80 punti di media).
All'origine dei problemi c'è anche la propensione all'attacco degli orogranata, letali se in serata di grazia al tiro ma con poca dedizione al sacrificio nella propria metà campo quando le percentuali si abbassano e la vittoria va cercata in difesa.
«Il gruppo ha perso riferimenti importanti a livello di solidità, Bramos ne dava tanta e ora stiamo cercando altri tipi di equilibri. La disponibilità c'è ma i ritmi sono spietati e giocare ogni tre giorni non agevola, specie con tante assenze» la chiave di lettura che coach Walter De Raffaele ha più volte evidenziato nell'ultimo periodo riconoscendo però, dopo Atene, che «nella seconda parte di gara non abbiamo più messo intensità e aggressività in difesa e purtroppo non è la prima volta che accade».
Anche per il presidente Casarin, che non si aggrappa a giustificazioni, «gli infortuni ci hanno tolto compattezza», aspetto fondamentale per un gruppo profondamente mutato da quello scudettato, di cui sono rimasti i soli Tonut, Ress, Peric, Haynes e Bramos.
Da spettatore esterno, ma conoscitore di casa-Reyer avendola guidata 79 volte gettando le basi dei successi con un secondo posto in regular season, la semifinale scudetto e lo storico ritorno in Europa, coach Carlo Recalcati: «Le difficoltà si percepiscono chiaramente e nascono dalla propensione offensiva di alcuni giocatori importanti e probabilmente sono state mascherate dal buon rendimento in attacco di inizio stagione».
PROBLEMI STRUTTURALI
A ciò si aggiungono alcuni problemi strutturali: «Haynes non è un play puro e in campo ha bisogno di una spalla con caratteristiche che forse non trova in Dominique Johnson, comunque un grande realizzatore». E in questo contesto l'assenza di Bramos ha accentuato i problemi: «Il suo ruolo era importante come collante delle due fasi. Anche Tonut può risultare una chiave ma esser tornato proprio in assenza del greco non gli sta permettendo di avere il tempo per ritrovare il ritmo».
 
Ultimo aggiornamento: 18:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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