Doping, la Russia si difende: «Non c'è alcun sistema di Stato»

Venerdì 9 Dicembre 2016 di Redazione Sport
La sede della Rusada
La Russia «non ha» un programma di doping di Stato. Così il ministero dello Sport di Mosca commenta la seconda parte del rapporto McLaren presentato a Londra. Il comunicato diffuso dal ministero precisa inoltre che il rapporto verrà «analizzato con attenzione». La Russia, si legge, è aperta alla «collaborazione» con gli organi internazionali anti-doping. Il Cremlino, ha dichiarato il portavoce di Putin Dmitri Peskov, «sta studiando» il rapporto.

Le autorità russe non hanno né sostenuto né organizzato un sistema per coprire l'abuso di doping nello sport così come è stato detto nel corso della presentazione della seconda relazione della Commissione indipendente Wada. «Nonostante le accuse presentate vorrei sottolineare che non c'è mai stato un sistema organizzato in Russia per la falsificazione (dei campioni doping)». Lo ha detto ai giornalisti Vitaly Smirnov, capo della Commissione indipendente russa per l'Antidoping (Ipadc).
Il ministero dello Sport russo ha fatto intanto sapere che chiederà «alle autorità coinvolte d'indagare a fondo» le accuse contenute nella seconda parte del rapporto McLaren.
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