Giuseppe Abbagnale choc: «Mio figlio sarà squalificato per doping». Vincenzo: «Sono tranquillo, so di essere pulitissimo»»

Mercoledì 10 Febbraio 2016 di Redazione Sport
Giuseppe Abbagnale choc: «Mio figlio sarà squalificato per doping». Vincenzo: «Sono tranquillo, so di essere pulitissimo»»
Annuncio choc di Giuseppe Abbagnale, mito del canottaggio azzurro e oggi presidente della Federazione italiana del remo: il figlio Vincenzo, campione del mondo e capovoga dell'otto in vista di Rio 2016, sarà molto probabilmente squalificato per doping e non sarà alle Olimpiadi, sempre che l'armo azzurro riuscirà a qualificarsi con la prima selezioner in programma a fine maggio alle regate di Lucerna. «Ha saltato tre controlli antidoping e la normativa è chiara. È un'ingenuità ma da regolamento costa da uno a due anni di squalifica: per trasparenza vogliamo essere noi a dare l'annuncio», le parole del presidente Abbagnale.

La storia riguarda tre controlli mancati, tre test a sopresa che il ventitrenne Abbagnale, figlio di uno dei Fratelloni d'Italia che hanno dominato negli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta il canottaggio, ha mancato. I primi due per disattenzione, il primo per via di un errore nella comunicazione con il sistema del Coni, il secondo con la nuova piattaforma Adams e il terzo lo scorso primo febbraio. Dei primi due il padre Giuseppe ha affermato che «lo hanno cercato a casa ma lui era in raduno con la nazionale».

L'ultimo controllo, quello del primo febbraio scorso, lo avrebbe macato perché non è riuscito ad arrivare in tempo a Sabaudia a causa di un incidente automobilistico sulla Pontina.
Vincenzo ha raccontato che quel giorno era a Roma per una visita medica e contrattato dal controllore si è messo subito in auto per raggiungere Sabaudia. «Alle 11.50 ho avuto un incidente nei pressi di Latina - ha spiegato - e fortunatamente un carro attrezzi che passava mi ha aiutato a far ripartitre la macchiana». Doveva arrivare entro le 12.30 ma l'incidento lo ha frenato facendolo arrivare alle 12.46. E il medico era andato via.

Il presidente Abbagnale, «nel rispetto del principio di trasparenza», ha voluto far conoscere i fatti: «L'atleta aveva già accumulato due mancati controlli: il primo per una dimenticanza, il secondo perchè il nuovo sistema gestionale, la cosiddetta piattaforma Adams, non gli ha confermato la segnalazione del luogo dove si trovava, e a questi si è aggiunto infine il terzo, quello del primo febbraio».

Il Codice sportivo antidoping prevede che, per la violazione dell'articolo 2.4 (mancata reperibilità), il periodo di squalifica a cui va incontro l'atleta potrà essere di due anni, con possibilità di riduzione ad un periodo minimo di un anno a seconda del grado di colpa attribuita all'atleta.

«Volevo sgombrare il campo e ho spiegato subito cosa è accadtu - ha detto Giuseppe Abbagnale - Io non lo giustifico, né come padre né come presidente. Adesso ci sarà il processo ma io sono moderatamente fiducioso perché per l'utlimo controllo ci sono le prove del ritardo».

Intanto nel pomeriggio a Sabaudia Vincenzo è stato sottoposto a un test che, però, non lo scagionerà al processo. E' prassi che ciò avvenga quando ci sono tre controlli mancati.

Il campione del mondo ha postato un commento sulla vicenda che lo coinvolge. «E' scontato che io non mi sia dopato - ha scritto - perché nno dividerei mai la mia vittoria con nessuno, tantomeno con il doping. E' successo che ho avuto tre ammonizioni perché il sistema in cui siamo inseriti non è il massimo della facilità. Sono tranquillo perché so di essere pulitissimo. Ora aspettiamo il giudizio della Procura antidoping che appunto giudicherà i fatti successi con le adeguate documentazioni. Mi rialzerò come ogni volta più forte di prima».
 
Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 17:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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