Via al Mondiale, il ct azzurro lancia le sue ragazze: obiettivo finale

Lunedì 22 Settembre 2014 di Carlo Santi
Via al Mondiale, il ct azzurro lancia le sue ragazze: obiettivo finale
MILANO - Domani il Mondiale femminile del volley alza il sipario. Delusi dagli uomini che in Polonia non hanno fatto bene, alle prese con tanti guai, fisici e non solo, ci rifugiamo nel gruppo di Marco Bonitta che ieri ha scelto le 14 giocatrici (è rimasta fuori la Fiorin) per il lungo torneo che terminerà a Milano il 12 ottobre.



Di ritorno sulla panchina azzurra dopo aver vinto, anno 2002, il Mondiale a Berlino, e dopo essere stato sfiduciato dalle sue giocatrici alla vigilia del successivo, Bonitta nutre grande fiducia nelle sue ragazze che arrivano a questo appuntamento dopo non poche vicissitudini. «Gli infortuni - dice il cittì parlando degli infortuni di Lucia Bosetti e poi della Ferretti - non devono diventare un alibi».



Marco Bonitta, qual è l’obiettivo del Mondiale?

«Non facciamo calcoli o progetti. Noi abbiamo un obiettivo piccolo, sì, obiettivo piccolo e non piccolo obiettivo, ed è quello di arrivare a Milano. È realizzabile, e si può fare. Dipenderà molto da come la squadra saprà lavorare».



Lei chiede anche l’aiuto del pubblico: giochiamo in casa e questo sarà un vantaggio.

«Il mio sogno è fare come la Polonia ha fatto nel torneo maschile dove è stata letteralmente trascinata in finale. Certo, la vicinanza del pubblico già da domani sera dipenderà molto da noi. Se saremo brave, il pubblico ci aiuterà».



La sua Italia è un mix tra giocatrici mature e giovanissime.

«Chi vinceva il Mondiale del 2002 qui gioca con ragazze che allora andavano alle elementari. In campo, però, sono tutte determinate, le giovani accettano tutto; fuori, un po’ meno».

Ha guidato al successo l’Italia nel 2002 poi è andato via. Che analogie ci sono tra quella nazionale e quella attuale?

«Nessuna. Quello era un gruppo omogeneo con una grande capitana, un gruppo giovane che ho avuto la fortuna di forgiare in due anni. Nel 2001 eravamo stati secondi agli Europei ed eravamo cresciuti insieme. Questo, invece, è un gruppo diverso, con veterane esperte e con un’anima sbarazzina delle giovani».

Ieri ha scelto le 14 atlete e ha inserito tre palleggiatrici privandosi di una schiacciatrice.

«Premetto che è stata una decisione sofferta rispetto al passato. Ho scelto tre palleggiatrici e il motivo è semplice. Due di loro hanno caratteristiche diverse. E non dimentichiamo che la Ferretti è reduce da un’operazione, va gestita e ha bisogno di riposo. Solo sabato, per la prima volta, ha giocato tre set consecutivi. La Lo Bianco non ha problemi ma un Mondiale così lungo ti fa pensare a molte soluzioni mentre la Signorile mi permette di scegliere con maggiore varietà».

Questo è un Mondiale molto lungo, e va gestito con cura.

«Diciamo che è un Mondiale con tre Mondiali al suo interno. Ci sono tre gironi e occorre guardare sempre con un occhio avanti quello che accade perché ogni girone è determinante per quello successivo».

Quale sarà l’atteggiamento della sua Italia?

«Sempre quello che ci deve fare stare in campo il meno possibile perché seconda e terza fase chiederanno il conto».

Quali saranno, almeno alla vigilia, le protagoniste?

«In tante ambiscono al successo. Adesso la carta dice Brasile, Stati Uniti, Russia e Cina che nel Grand Prix è cresciuta tanto. Dietro, c’è una fascia di almeno sei nazionali - noi, Serbia, Turchia, Giappone, Belgio e Germania - che possono fare molto bene. Prima, ossia qualche anno fa, c’era grande differenza tecnica. Ora non c’è più e qui entra in gioco anche l’aspetto mentale».
Ultimo aggiornamento: 14:53

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