Malagò: «In Corea disputeremo una grande Olimpiade». Fontana: «Pronti a scrivere una nuova storia»

Lunedì 18 Dicembre 2017
Malagò: «In Corea disputeremo una grande Olimpiade». Fontana: «Pronti a scrivere una nuova storia»
«Ci impegniamo, signor Presidente, ad andare in Corea per disputare una grande Olimpiade. Vogliamo essere un simbolo positivo per il Paese, facendoci interpreti e messaggeri dei suoi insegnamenti e dei suoi puntali». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, rinvolgendosi al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di consegna al Quirinale del tricolore ai portabandiera azzurri ai Giochi di PyeongChang.

Malagò ha quindi specificato che gli atleti qualificati alle Olimpiadi invernali sono 130, una cifra «che ci fa stabilire il nuovo record assoluto di partecipazione per un'Olimpiade invernale fuori dai nostri confini».
In rappresentanza di tutti gli atleti olimpici, la portabandiera sarà Arianna Fontana, «una campionessa seria, professionale, dal carattere deciso ma anche di grande umanità», ha voluto specificare il capo dello sport italiano. «Arianna - ha aggiunto Malagò - è un'atleta corretta e allo stesso tempo sempre pronta ad un sorriso. Quello che ci dovrà accompagnare nel nostro lungo viaggio verso la Corea». Rivolgendosi sempre al Presidente della Repubblica, il numero uno del Coni ha aggiunto: «Questa volta andiamo in un Paese che che ha una differenza di fuso orario di otto ore. Non vogliamo rovinare le sue notti però - quando può - ci guardi perché per lo sport italiano è motivo di orgoglio sapere di essere seguiti passo dopo passo, gara dopo gara, dall'uomo che più di ogni altri rappresenta l'unità del Paese». «Non le possiamo garantire vittorie certe - ha concluso Malagò - ma le promettiamo che lo sport è pronto e preparato per dare all'Italia ancora gioie ed emozioni, coltivando la non segreta speranza di ritornare qui da Lei con tante medaglie al collo da festeggiare insieme».


«Oggi è un giorno incredibile per me, pieno di emozioni e di orgoglio. Anche per le persone che mi hanno sempre accompagnato nella vita, e mi immagino mia madre che ora si sta mettendo a piangere. A PyeongChang ci saranno tanti italiani a sostenerci per scrivere una nuova storia dello sport italiano». Così la portabandiera olimpica azzurra, Arianna Fontana, rivolgendosi al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di consegna del tricolore in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi di PyeongChang 2018. «Quel giorno in cui entrerò nello stadio e sventolerò il tricolore - ha quindi specificato Fontana rivolgendosi al Capo dello Stato, Sergio Mattarella - vedrà tre diverse me: una da bambina, con la passione dello sport, una me quindicenne che ha appena intravisto l'olimpico dei giganti dello sport e la donna che vedete oggi pronta a d affrontare ogni sfida per aiutare il nostro Paese».

«Probabilmente in Corea troverete momenti di difficoltà dove tutto può sembrare finito, pensate ai nostri giganti del passato per ritrovare le energie e ciò che manca per arrivare a un traguardo inaspettato. Dietro a quelle bandiere che ricevete c'è tutto il Paese, ma non vi preoccupate, siete già dentro la storia». Lo dice il ministro per lo Sport, Luca Lotti, rivolgendosi alla delegazione azzurra oggi al Quirinale per la consegna del tricolore ad Arianna Fontana e Florian Planker, rispettivamente alfiere azzurro olimpico e paralimpico dei prossimi Giochi invernali di PyeongChang 2018. «È sempre un momento emozionante e solenne quello della consegna della bandiera. Venendo qui mi è venuta in mente l'immagine del Tricolore che sventolava a Torino nel 2006 - ha aggiunto Lotti - corredata dall'inno d'Italia cantato da una bambina di 9 anni. La ricordo con l'orgoglio del mio Paese che stava organizzando uno dei Giochi invernali più belli della storia. Convinti di voler dimostrare al mondo le nostre capacità non solo di atleti ma anche di organizzatori di grandi eventi». «Newton disse - ha quindi concluso il ministro - 'se ho potuto guardare ontano è perché stavo sulle spalle dei gigantì. Penso allora a Zeno Colò, un boscaiolo dell'Abetone che si allenava portando la legna con suo padre. Lui è la nostra prima medaglia d'oro alle Olimpiadi invernali».
Ultimo aggiornamento: 12:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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