Alessia Trost cambia allenatore
senza avvisare il maestro Chessa

Martedì 23 Agosto 2016 di Alberto Comisso
Chessa e la Trost

«Alessia Trost andrà a vivere ad Ancona e si allenerà con Marco Tamberi, padre di "Gimbo". Penso che questa possa essere un'opportunità di stimolo in più per lavorare meglio. Molti di questi progetti, noi li sosterremo se hanno una logica, non perché si sveglia un atleta e dice: voglio fare questo, con questo tecnico. Il tempo della carta bianca è finito». L'annuncio ufficiale è arrivato direttamente da Giovanni Malagò, presidente del Coni, al termine delle Olimpiadi di Rio de Janeiro dove la Trost ha sfiorato il podio. Che ci fosse puzza di bruciato Gianfranco Chessa, da dieci anni allenatore di Alessia, lo aveva capito da tempo. Specie dopo la scoperta della malattia contro la quale sta lottando come un leone, che lo ha costretto a guardare i Giochi dalla televisione del salotto di casa a Cordenons.

Non a caso, prima che la sua ex pupilla partisse per Rio, Chessa, al termine di uno dei (tanti) allenamenti preparatori, l'aveva presa in disparte e nel suo stile, sobrio ma diretto, le aveva detto: «Alessia, sento puzza di complotto».
Lei, quasi impassibile, aveva negato tutto. Forse, però, il suo destino era stato già deciso a tavolino. Da tempo. Di questo ne è convinto Chessa, che proprio ieri mattina ha deciso di togliersi qualche sassolino dalle scarpe dopo aver appreso ufficialmente la notizia dai media. È in quel momento che, come mai prima d'ora, si è sentito tradito: «Bastava che Alessia mi dicesse che aveva bisogno di nuovi stimoli, che aveva bisogno di cambiare aria. Le avrei dato pure qualche consiglio», dice Chessa. Invece tutto è avvenuto a sua insaputa: «Tutto questo mi fa pensare sulla correttezza e onestà di certe persone. Ciascuno è libero di fare le scelte che ritiene più opportune, ma almeno un briciolo di rispetto per quanto fatto sinora ci sarebbe stato».

Dopo la finale del salto in alto a Rio, Trost, a distanza di un'ora uno dall'altro, aveva mandato due messaggi al cellulare di Chessa. In uno chiedeva consigli sulle prossime gare da disputare, nell'altro confessava che la situazione era sfuggita di mano. Una sorta di addio virtuale, senza un faccia a faccia chiarificatore.
Le strade, dunque, si sono già divise. Prima del previsto. Nella maniera, forse, meno nobile possibile. «Game over (gioco finito, ndr), Alessia Trost. Buona fortuna», il commiato di Chessa che compariva ieri nella sua pagina Facebook. «Domani - spiega il tecnico di origini sarde - sarò di nuovo al campo sportivo Agosti ma non per lei. Per me non sarà un problema, anzi. Questa situazione mi gasa ancor di più. Potrò dedicarmi maggiormente a Desirée Rossit (l'altra finalista nel salto in alto a Rio, ndr) che forse, sino a questo momento, non ha mai avuto le giuste attenzioni. E poi sto seguendo due Allievi, probabili promesse del salto in alto, che mi stanno già dando molte soddisfazioni. Insomma la mia carriera da allenatore, salute permettendo, non finirà certo qui».
Un giudizio finale Chessa l'ha voluto spendere per quello che sarà il prossimo allenatore di Alessia Trost: «Marco Tamberi non ha mai seguito una donna e questo potrebbe essere uno svantaggio che forse qualcuno avrebbe dovuto considerare prima di ogni decisione».

Il tempo dell'addio, non senza anche un pizzico di ironia, è arrivato. «Adoro Edoardo Bennato - ricorda il coach di Cordenons - e la sua canzone "Il gatto e la volpe".

A voi la scelta dei personaggi».

Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 14:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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