Il Mount Ventoux ancora una volta verrà ricordato nella storia del Tour de France: la vittoria giocata in un discorso a due tra i belgi De Gent e Pauwels è stata rovinata dalla brutta vicenda che ha visto coinvolta proprio la maglia gialla di Chris Froome, che si è scontrata con Porte e Mollema che hanno impattato su una moto di ripresa che inspiegabilmente si è bloccata davanti a loro. Una situazione davvero incredibile alla corsa gialla, con la moto di rirpesa ferma perché ostacolata dalla folla che non stata gestita dall’organizzazione. Froome, che nell’impatto ha distrutto la bicicletta, ha perso la testa e si è messo a correre prima che gli venisse data un’altra bici che però non era adatta a lui, una bici piccola per lui che è un gigante. Froome al termine della tappa aveva perso la maglia gialla che poi la giuria gli ha restituito neutralizzando la corsa per correttezza sportiva. Sulla decisione hanno pesato le dichiarazioni del direttore della Sky, Nicolas Portal, che ha spiegato come la folla avesse invaso la carreggiata costringendo la moto a fermarsi all’improvviso davanti ai corridori che non hanno trovato una viia di fuga laterale. Se ciò non fosse avvenuto, la squadra britannica aveva minacciato il ritiro.
Alla fine Yates, diventato maglia gialla per pochi minuti, ha accettato la decisione della giuria: ha detto, il corridore, che non avrebbe accettato di diventare leader in quel modo e che la decisione della giuria era giusta. In questa frazione di 178 chilometri dove da Montepellier si è arrivati sulla salita leggendaria in cui nel 2000 a vincere è stato Marco Pantani, a rischio era la classifica generale dove il capitano della Sky era arrivato con un ritardo pesantissimo e senza la neutralizzazione del tempo, stabilito in un secondo tempo dalla giuria di gara con gli organizzatori, il corridore britannico sarebbe finito in sesta posizione e la maglia gialla sarebbe andata sulle spalle di Yates, seguito in ordine dal francese Mollema e il colombiano Quintana.
Non è molto chiaro quanto successo in corsa dove l’unica cosa che emerge dalle riprese in corsa è che l’australiano della BMC Richie Porte ha battuto in modo evidente il volto sulla telecamera della moto di gara finendo poi a terra. Insieme a lui anche l’olandese della Trek Segafredo Bauke Mollema, la cui ruota si è incastrata su quella dell’australiano finita sotto la moto. Anche il capitano della Sky è finito in terra e la sua bici nell’impatto è diventata un groviglio di ferro. Colto dal panico, come abbiamo detto, per i secondi di ritardo che stavano diventando minuti, Froome ha iniziato a correre a piedi verso il traguardo nella speranza di trovare un compagno che gli cedesse la sua bici o l’assistenza meccanica. In aiuto del corridore britannico purtroppo è arrivata solo la macchina di assistenza dell’organizzazione che ha delle biciclette neutre, ovvero con una misura unica e pedali standard. La bici si è dimostrata subito inadatta, a causa della misura troppo piccola e attacchi dei pedali che non hanno permesso di essere agganciati agli scarpini del corridore britannico. Un pubblico incredulo ha dovuto assistere a scene grottesche con un gigantesco Froome che sembrava pedalare su un triciclo. L’ammiraglia del team Sky è arrivata troppo tardi e il danno oramai era stato fatto e Froome aveva perso la maglia gialla tagliando il traguardo con un ritardo di 6’45” in venticinquesima posizione. In un primo momento la maglia della Grande Boucle era finita sulle spalle del britannico Yates, seguito dal francese Mollema a 9"e il colombiano Quintana a 14”.
Ma i dubbi sulla ufficializzazione del risultato si sono fatti subito evidenti, infatti nel cerimoniale delle premiazioni di giornata, non era stata fatta quella della maglia gialla.