In vendita, anzi no: fra Icardi e l’Inter è guerra e pace in poche ore per colpa di… Wanda.
Una bufera in piena regola, innescata dalle dichiarazioni al vetriolo della moglie-agente di Maurito a calciomercato.com nella prima mattinata di ieri («Abbiamo capito che il club non può permettersi di trattenerlo») e proseguita con la dura presa di posizione della società nerazzurra, che non ha gradito, e con il passo indietro del capitano, che ha richiamato all’ordine, e al silenzio, la gentil consorte. Ma, in corso Vittorio Emanuele, da ieri, c’è una nuova, e spinosa, questione sul tavolo: il rinnovo, con adeguamento d’ingaggio, di Mauro Icardi.
Come promesso a Wanda Nara, un anno fa, al momento della firma con l’Inter fino al 2019 (a 3,2 milioni a stagione, bonus esclusi) dalla dirigenza. Ma richiesta rispedita al mittente da Piero Ausilio nei giorni scorsi. E motivo scatenante della sparata di Lady Icardi. «Da quanto sto notando, l’Inter lo ha messo in vendita e posso dire che ci sono molti club interessati - ha proseguito la moglie del rosarino -. Valuteremo la situazione con il massimo rispetto per tutti. A Mauro dispiacerebbe molto lasciare l’Inter, ma evidentemente non possono trattenerlo. Il costo del cartellino? Non c’è clausola rescissoria, speriamo che l’Inter non chieda cifre fuori mercato, ma coerenti con il suo contratto».
Wanda Nara ha parlato di un’offerta in arrivo dall’Atletico («E’ vera, posso mostrarvi le prove»), con Psg, Tottenham e Juventus alla finestra, ribadendo anche su Twitter che «non sono io che voglio portarlo via dall’Inter, né Mauro a voler andare, ma è la società che ha bisogno di venderlo». Silenziosa, ma alquanto seccata, la replica della società nerazzurra, che ha evitato di rispondere a mezzo stampa, facendosi però sentire con Maurito, nel primo pomeriggio di ieri, a Plan de Corones (durante la gita della squadra sulle Dolomiti), e dichiarandolo, di fatto, incedibile e fuori dal mercato. Icardi ha anche espresso stupore per i toni utilizzati dalla moglie, che ha prontamente cancellato tutti i tweet della discordia a scanso di altri equivoci.
Ultimo aggiornamento: 13:15
Una bufera in piena regola, innescata dalle dichiarazioni al vetriolo della moglie-agente di Maurito a calciomercato.com nella prima mattinata di ieri («Abbiamo capito che il club non può permettersi di trattenerlo») e proseguita con la dura presa di posizione della società nerazzurra, che non ha gradito, e con il passo indietro del capitano, che ha richiamato all’ordine, e al silenzio, la gentil consorte. Ma, in corso Vittorio Emanuele, da ieri, c’è una nuova, e spinosa, questione sul tavolo: il rinnovo, con adeguamento d’ingaggio, di Mauro Icardi.
Come promesso a Wanda Nara, un anno fa, al momento della firma con l’Inter fino al 2019 (a 3,2 milioni a stagione, bonus esclusi) dalla dirigenza. Ma richiesta rispedita al mittente da Piero Ausilio nei giorni scorsi. E motivo scatenante della sparata di Lady Icardi. «Da quanto sto notando, l’Inter lo ha messo in vendita e posso dire che ci sono molti club interessati - ha proseguito la moglie del rosarino -. Valuteremo la situazione con il massimo rispetto per tutti. A Mauro dispiacerebbe molto lasciare l’Inter, ma evidentemente non possono trattenerlo. Il costo del cartellino? Non c’è clausola rescissoria, speriamo che l’Inter non chieda cifre fuori mercato, ma coerenti con il suo contratto».
Wanda Nara ha parlato di un’offerta in arrivo dall’Atletico («E’ vera, posso mostrarvi le prove»), con Psg, Tottenham e Juventus alla finestra, ribadendo anche su Twitter che «non sono io che voglio portarlo via dall’Inter, né Mauro a voler andare, ma è la società che ha bisogno di venderlo». Silenziosa, ma alquanto seccata, la replica della società nerazzurra, che ha evitato di rispondere a mezzo stampa, facendosi però sentire con Maurito, nel primo pomeriggio di ieri, a Plan de Corones (durante la gita della squadra sulle Dolomiti), e dichiarandolo, di fatto, incedibile e fuori dal mercato. Icardi ha anche espresso stupore per i toni utilizzati dalla moglie, che ha prontamente cancellato tutti i tweet della discordia a scanso di altri equivoci.
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