Italia, testa di serie ma a testa bassa

Martedì 10 Ottobre 2017 di Ugo Trani
Italia, testa di serie ma a testa bassa
Il risultato e non la prestazione. Testa di serie, ma a testa bassa. L'Italia, martedì prossimo a Zurigo, sarà nell'una 1. L'obiettivo minimo, presentarsi ai playoff tra le 4 migliori seconde, è stato centrato. Bisogna, però, essere realisti. Se per andare agli spareggi di metà novembre la Nazionale ha dovuto sfruttare sabato la vittoria del Belgio in Bosnia, per il successo fondamentale contro l'Albania ha usufruito dell'omaggio di Agolli, difensore che a vederlo saltare a vuoto in area non deve aver imparato niente dal suo ct, l'ex azzurro Panucci. L'1 a 0 di Scutari, insomma, vale per il ranking Fifa e basta. Ventura, mani in tasca durante l'Inno di Mameli e anche quando segna Candreva, ha fatto bene a non festeggiare. Nessun progresso nel gioco, da premiare solo lo spirito. Che non sarà sufficiente per conquistare la qualificazione per il mondiale in Russia.
SENZA QUALITÀ
La gara numero 800 della storia azzurra non è dunque da ricordare. Non c'è, però, da sorprendersi per l'ennesima prova opaca e mediocre dell'Italia. Che, di questi tempi, non è squadra. E non ha eccellenze nei ruoli che contano. Il turnover è stato limitato: il ct, senza nemmeno un playmaker tra i 25 convocati, si limita a qualche aggiustamento. E il principale è tattico. Solo 3 novità, dunque, da Torino a Scutari: entrano Spinazzola a sinistra, con Darmian spostato a destra, Candreva ed Eder. Due dei tre esclusi vanno in tribuna: Barzagli, indisponibile per un affaticamento muscolare, e Verdi. Il terzo è Zappacosta che finisce inizialmente in panchina. Ma è il sistema di gioco a separare la gara di venerdì scorso contro l'Albania da questa contro l'Albania. Accantonata, per il momento, la difesa a 3 che piace ai senatori, per il ritorno al 4-2-4 che resta il preferito di Ventura. La Nazionale, però, è convalescente e si vede da come si comporta. Timida e scolastica, si abbassa con due linee e rinuncia al pressing. Eder e Immobile vanno per conto loro. A centrocampo c'è il vuoto o quasi. Lì l'Italia è vulnerabile. Gli assenti, del resto, hanno sempre ragione: Verratti, De Rossi, Pellegrini e, volendo, Marchisio.
SCARSA EFFICACIA
L'atteggiamento, almeno nelle intenzioni, è sembra un po' più propositivo, proprio per la presenza di Eder accanto a Immobile. Insigne è vivace. Ma non è bastato a spaventare l'Albania che, ordinata nel suo 4-1-4-1, ha azzerato i rischi nella prima parte. L'unica chance azzurra, il sinistro di Immobile respinto da Berisha. Poco per prendersi subito i 3 punti. Manca la velocità nel palleggio, scontato e inutile, tant'è vero che le uniche azioni decenti arrivano da giocate in proprio. La prima mossa di Ventura, Zappacosta per Darmian, coincide con la chance migliore dell'Albania. Così, a tenere in partita la Nazionale, è addirittura Buffon che respinge su Grezda. Il regalo del terzino Agolli, salto a vuoto sul cross di Spinazzola, permette a Candreva di fare centro in libertà. E all'Italia di vincere l'ultima gara del gruppo G e di essere testa di serie.
Ultimo aggiornamento: 20:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA