Italia, Under 21: una gioventù bruciata

Venerdì 23 Giugno 2017 di Mimmo Ferretti
Italia, Under 21: una gioventù bruciata

ROMA Le cose sono due: o non avevamo capito niente oppure avevamo capito tutto. Stiamo parlando dell'Under 21 di Gigi Di Biagio, «la più forte under degli ultimi decenni», quella strapazzata l'altra sera dalla Repubblica Ceca. E costretta ad un mezzo miracolo, domani, contro la Germania (serve una vittoria, serve il primo posto: il successo della Slovacchia sulla Svezia, ieri, ha cancellato le possibilità di promozione come miglior seconda) per non dover abbandonare l'Europeo e tornare tristemente a casa. Ma come: non era un'under mai vista? Non era una squadra carica di talento, di campioni, di gente che sul mercato vale 10, 20, 30, 50 o forse più milioni? Un gruppo straordinario, si diceva. Tutti giovanotti carucci e pettinati destinati a scrivere la Storia del calcio azzurro. Visto l'andazzo, forse si era esagerato. Anzi, sicuramente si era esagerato. Perché sti fior fior di campioncini non possono, in quanto tali, essere ridicolizzati dai coetanei della Repubblica Ceca. Una manica di sconosciuti, Schick escluso. Questo vuol dire che la meglio gioventù italiana, in realtà, vale poco; che chi rifiuta 10 milioni di euro lordi a stagione non si merita tutti quei soldi (e il suo rifiuto, oggi, appare ancor più grottesco); che non basta mostrare un bel sinistro per avere sul mercato una quotazione da mezzo Pallone d'Oro; che, come accaduto mille volte in passato, si è perso il senso della misura. Perché un conto è la qualità del giocatore e un altro, molto diverso, quello che viene fatto credere sulla qualità del giocatore.
PAROLE, NON FATTI
Il calcio, ormai, vive di valori sempre meno reali. Oggi basta una sola giocata per essere paragonato a questo o quello, dimenticando che quando giocavano questo o quello il talentuoso di oggi probabilmente non si sarebbe neppure allenato con loro, troppo scarso per farlo. Eppure conviene far passare per fenomeno chi fenomeno non è, tralasciando un piccolo particolare: che facendo così, non si fa il bene tecnico del giocatore. Si fa quello economico, certo, ma allora nessuno si deve scandalizzare se arriva la Repubblica Ceca e ti fa una capoccia come un dindarolo. E il discorso, se ci pensate bene, non chiama in causa più di tanto l'aspetto tattico della mazzata: se tu hai una squadra che vale complessivamente 200-300 milioni di euro, le partite le devi vincere anche se in panchina c'è Oronzo Canà. Questo non significa assolvere il ct Di Biagio, che non è esente da colpe, ma soltanto sottolineare la falsità di un calcio malato di eccessi. Milioni fa anche rima con pipponi, se qualcuno lo avesse dimenticato.
E il sospetto che, in fondo, avevamo capito tutto pur non avendo capito niente si fa sempre più certezza. Il nuovo Vieri, il nuovo Buffon, il nuovo Barzagli, il nuovo Baggio, il nuovo Totti.... Voi continuate così e l'Italia continuerà, presuntuosa ed esagerata, ad essere prese a pallonate. Tanto un contratto all'under mai visto prima, un bravo agente non faticherà a rimediarlo.
 

Ultimo aggiornamento: 16:46

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