Pressing dei cinesi su Silvio Berlusconi per stringere l’acquisto della maggioranza del Milan. Ma il leader di Forza Italia e patron del club rossonero, non sarebbe disposto a cedere più del 49% mantenendo il controllo e l’immagine sulla squadra di calcio che, allo stato, rappresenta uno dei pochi motivi di soddisfazione. Ieri pomeriggio a Milano, secondo quanto ricostruito dal Messaggero presso fonti bancarie, ci sarebbe stato un vertice tra Danilo Pellegrini, direttore generale della Fininvest accompagnato da Alessandro Franzosi, direttore corporate finance & business development e Salvatore (Sal per gli amici) Galatioto, il finanziere italo-americano presidente dell’omonima società di consulenza che fa da advisor di una cordata di investitori orientali. L’incontro sarebbe avvenuto presso uno studio legale. Fininvest da sempre è assistita da Chiomenti.
Di questa cordata, sempre secondo le fonti bancarie, non fa parte Jack Ma, il re di Alibaba, la società cinese leader dell’e-commerce, uno degli uomini più ricchi del Paese e comproprietario del Guangzhou Evergrande Taobao, il club più importante della Chinese Super League. Invece, la pista più accreditata porta a un investitore che avrebbe interessi collaudati anche in Italia e riconducibile al gruppo Wanda che ha acquistato una quota dell’Atletico Madrid ed è proprietario di Infront, la società che gestisce i diritti televisivi del calcio di serie A. Wanda che è una conglomerata basata a Dalian, specializzata nelle vendite al dettaglio, immobiliare, turismo, si era avvicinata al Milan nei mesi scorsi. Il negoziato sarebbe ben impostato rispetto alle precedenti trattative, come quella con Mister Bee: i manager e consulenti del Biscione avrebbero compiuto un benefondi, cioè una verifica delle capacità finanziarie e di liquidità dell’acquirente che avrebbe portato a conclusioni positive. Detto questo la prima offerta dei cinesi - circa 500 milioni per il 100% - sarebbe stata respinta al mittente, perchè ritenuta troppo bassa. Sembra che ieri, Galatioto avrebbe confermato un rilancio fino a circa 650 milioni, ponendo però la condizione della maggioranza subito.
La risposta degli uomini Fininvest sarebbe stata sempre la stessa: subito una quota fino al 49% lasciando la presidenza a Berlusconi e la guida ad Adriano Galliani e Barbara Berlusconi. Agli uomini del gruppo cinese sarebbero riservati posti in consiglio e un diritto di veto su alcune decisioni. Fininvest sarebbe disponibile a concedere opzioni put & call (vendita e acquisto) alla controparte, da esercitare a tre anni, e a un range di prezzo fissato ora e rivisto sulla base della redditività e di chi intende attivare per primo la facoltà di vendere o acquistare. L’esito del negoziato però sarebbe tutt’altro che definito. Tanto che ieri, Pasquale Cannatelli, ad del Biscione, a margine dell’assemblea Mediaset, a domanda precisa sulla cessione, ha risposto: «Vediamo». Silvio Berlusconi punta i piedi mentre i figli Marina, Pier Silvio, Eleonora e Luigi sarebbero ben felici di vendere. Forse sola Barbara è più allineata al padre. Per Silvio, sulla decisione influiscono fattori diversi che vanno dalla crisi dell’identità di Forza Italia, ai problemi della lista a Roma fino a questioni di vita privata.
IL FUTURO
Al di là della possibile cessione del Milan, c’è da pensare anche alla panchina della prossima stagione.
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