TORINO - Tra qualche errore e sbadiglio di troppo, l’Udinese tiene testa alla Juve, fermandola sullo 0-0 e sprangando la sua porta dopo 12 partite di fila.
Allegri si accontenta: «Abbiamo rischiato di perdere, ma anche di vincere: il risultato è giusto». Chiellini mostra il bicchiere mezzo pieno: «Dopo un brutto avvio, abbiamo dimostrato di esserci e di poter raggiungere l’obiettivo finale». Stamaccioni se la ride: «Mia mamma mi aveva detto “copriti bene”, ma io ho giocato lo stesso con tre punte».
L’emergenza a centrocampo convince il tecnico livornese a riproporre il 3-5-2 “made in Conte”, modulo da 0-0 (vedere anche Fiorentina-Juve del 5 dicembre), smentendo quanto aveva detto poco tempo fa: «Non possiamo cambiare sistema ogni settimana: una grande squadra deve giocare sempre in un certo modo».
Nel primo tempo i bianconeri, lenti come non mai in fase di impostazione, non vanno oltre un colpo di testa sul fondo di un deludente Llorente. Davvero pochino. «Ci siamo esposti troppo ai loro contropiede. E abbiamo giocato male a livello tecnico», sbotta Allegri. Più pericolosa l’Udinese, intesa come orchestra (ordinata e brava nelle ripartenze) e solisti (Allan spadroneggia, Thereau e Bruno Fernandes impegnano Buffon).
Juve più attenta e propositiva nella ripresa, quando Pereyra colpisce l’incrocio con una sassata, prima del matchball fallito dall’Apache, francobollato per 90 minuti dall’ottimo Piris.
Piccolo stop per la capolista, apparsa a corto di idee e voglia di vincere. Un andazzo da rivedere, al di là del +7 sulla Roma. «Il campionato è ancora lungo, ma chi sbaglia paga: non c’è più tempo per recuperare», avverte Allegri, che sabato contro il Milan riproporrà Marchisio, Vidal e il 4-3-1-2.