Soldi, programmazione e sogni di gloria: così la Cina sta ribaltando il calcio

Venerdì 30 Dicembre 2016 di Piero Mei
Soldi, programmazione e sogni di gloria: così la Cina sta ribaltando il calcio
Se se mòve la Cina... diceva Alberto Sordi nei panni (una giacca da camera) del vigile Otello Celletti, anno 1960: s'è mossa. Almeno (anche) nel calcio: e se non è stato il Grande Balzo nel ranking della Fifa, ma piuttosto d'un saltello che vede oggi la Nazionale calcio e martello (più il primo ormai) al posto numero 82, fra le isole di St Kitts e Nevis che la precedono e le isole FarOer che la seguono, (54.961 abitanti le prime, 49.188 le seconde, 1.357 milioni i cinesi), invece dal punto di vista del sogno la Lunga Marcia è cominciata. Il sogno è la Coppa del Mondo: raccontano che di fronte all'ingresso dell'Istituto Giovanile del Guangzhou Evergrande, la squadra che vince campionati in serie, ce ne sia una alta 10 metri, più di Mao ai suoi tempi, e che su di essa sia inciso un pensiero da libretto rosso: La volontà comune crea la gloria. Quel che si direbbe lo spirito di squadra.

LO YUAN
Per il momento ciò che dovrebbe creare quella gloria è lo yuan, la moneta cinese: l'ultimo, per ora, a sottoscrivere un contratto è stato l'Apache Carlitos Tevez a Shanghai. Subito le cifre: l'equivalente di 38 milioni netti l'anno per due anni. I calcolatori all'opera hanno stimato 104.110 euro al giorno, 4,340 l'ora, 70 al minuto, più d'un euro al secondo. Alla fine della lettura di questa frase già s'è arricchito. Figurarsi per tutto il tempo speso nel calcolo.
Tevez non è la rondine che non fa primavera: c'è già uno stormo di queste rondini volate verso il Mar Giallo, una migrazione che, al contrario di quella che si verificò verso l'America quando Cosmos & C acquistavano campioni in disarmo, prevede l'arrivo di ragazzi che hanno ancora molto da dare (Oscar è sui 30) oltre che molto da prendere, se è vero che Gervinho incassa 60 mila euro di gettone di presenza e se fa gol altri 150 mila, il che lo vedrà tenere la palla anche più di quanto non facesse alla Roma.

 

C'è il consistente rischio che presto gli acquirenti cinesi si rivolgano ai campioni più giovani (l'agente portoghese Mendes ha rivelato che c'è stata un'offerta di 150 milioni a Cristiano Ronaldo, suo assistito), e poi alle prospettive di campioni e via arretrando. Per ora si comprano le squadre, l'Inter e il Milan se arriva il closing, quando non acquistano l'intero campionato come hanno fatto con la serie B portoghese imponendo allenatori in seconda cinesi e qualche giocatore dei loro: è la teoria già applicata a livello industriale, comprare industrie e lavoratori, spiarli e imparare da loro.

UNO STADIO DI NOME WANDA
Hanno anche preso quote dell'Atletico Madrid ed hanno dato il nome al nuovo stadio, Wanda come lo sponsor, e l'intero Aston Villa, la squadra per cui tifa il principe William. Imparare comunque: qualcuno ha raccontato che meno di dieci anni fa a Pechino si vedevano tre o quattro scuole calcio, per lo più frequentate da bambini stranieri; oggi sono già 200 e più del 30 per cento dei ragazzini sono cinesi. Diventeranno, entro il 2025, 50 mila in tutta la Cina contro 15 mila che sono oggi. E il calcio, come il tennis tavolo, è sport che oggi vale crediti formativi a scuola. Attenti poi: secondo l'oroscopo cinese il 2017 è l'anno del Gallo. Lo sanno Belotti e il suo procuratore? Tranquilli per Donnarumma: i portieri debbono essere, per regolamento, cinesi. Ma non è che Gigio scoprirà un nonno a Pechino?
 
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