Chi è che comanda in Iran? Chi prende le decisioni? Un aspetto cruciale in questo momento di estrema tensione. Il bombardamento israeliano del primo aprile all'ambasciata di Teheran a Damasco ha scatenato la risposta della Repubblica Islamica. Centinaia di missili e droni sono stati lanciati in direzione del territorio di Tel Aviv. Ma l'attacco è stato neutralizzato grazie ai sistemi di difesa e alla cooperazione degli alleati, tra cui Stati Uniti e Francia. Entrambi gli Stati hanno dato supporto al premier Netanyahu. In Israele è lui a prendere le decisioni. Insieme, naturalmente, a generali, ufficiali e membri del gabinetto di governo.
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La costituzione iraniana
Se ci fate caso, difficile che si faccia riferimento a una persona in particolare. Si parla sempre di "azioni decise da Teheran". Ma nessun individuo o specifico organismo viene nominato. E quindi le domande si rincorrono: chi ha deciso l'attacco a Israele? La costituzione iraniana del 1979, che ha dato vita alla Repubblica Islamica, è molto diversa da quelle Occidentali. Anche perché aspetti religiosi si intrecciano a quelli più strettamente istituzionali.
Lo schema binario
L’Iran è una teocrazia. Cosa vuol dire? Che le autorità religiose hanno anche il potere politico. Eesercitano, quindi, una forte influenza su ogni decisione. Qui la divisione. Le istituzioni civili fanno capo a un presidente della Repubblica eletto a suffragio universale ogni 4 anni, che è anche a capo dell’esecutivo. Dall’altra parte ci sono le istituzioni religiose, che sovrintendono sull’applicazione delle leggi e sul rispetto della morale islamico-sciita.
La Guida Suprema
Ma c'è una figura al di sopra di tutte. Si tratta della Guida Suprema, che oggi è l’ayatollah Ali Khamenei, successore di Khomeini. E il presidente della Repubblica? Sostanzialmente, conta poco. Perché non è il capo dello Stato né è la massima autorità politica. Ma ha, tuttavia, dei poteri importanti. Soprattutto di influenza.
Il presidente della Repubblica Islamica
Oggi alla guida del governo c’è il presidente Ebrahim Raisi. Eletto nel 2021, è un conservatore vicino alle posizioni della Guida Suprema. Apparizioni recenti? Nessuna. E questo anche se la situazione geopolitica è critica. Che sia stato quindi lui a prendere le decisioni sembra difficile. Piuttosto, di sicuro, le ha avallate.
Il capo delle Guardie della Rivoluzione
Chi detiene il potere, o almeno rivendica le azioni militari, sono le Guardie della Rivoluzione. In particolare un uomo è al comando: Hossein Salami, capo dell'IRGC, il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica. L’uccisione nel 2020 del generale Soleimaini, tra i massimi rappresentanti delle forze di sicurezza, ha scosso l'esercito. Ma soprattutto ha messo in dubbio il potere politico, per questo ha preso sempre più piedi quello militare.