«Non ho visto ancora nessun segno di pentimento da parte di questi ragazzi che dimostri che hanno capito il male che hanno fatto a mio figlio». Queste le parole di Lucia, mamma di Willy Monteiro Duarte, commentando la decisione della Cassazione sul nuovo processo d'appello a Marco e Gabriele Bianchi.
«Era la previsione più oggettiva sul piano giuridico, così è stato». Ha detto, invece, l'avvocato Domenico Marzi che assieme all'avvocato Vincenzo Galassi assiste la famiglia di Willy.
«Con la sentenza della Cassazione apprendiamo che il tema principale del processo: la concessione delle attenuanti generiche ai due imputati torneranno all'attenzione dei giudici d'appello. Nulla cambia sul piano della qualificazione del reato: omicidio volontario era e tale sarà. L'impianto accusatorio resta lo stesso», ha concluso l'avvocato Domenico Marzi. In appello era stato cancellato l'ergastolo per "l'intensità del dolo", riconosciuto nel portare a termine il pestaggio davanti al locale di Colleferro, con l'utilizzo dell'arte marziale "Mma", nella quale i due sono specialisti.
LE MOTIVAZIONI
Nelle motivazioni d'appello era stato individuato «l'elemento soggettivo del delitto di omicidio volontario, nella forma del dolo eventuale».Perché i gli imputati «con la condotta violenta tenuta da ciascuno di essi, pur rappresentandosi che il brutale pestaggio potesse determinare la morte della vittima, hanno agito ugualmente non solo accettando il rischio ma palesando un'adesione psicologica all'evento poi verificatosi». Ieri la Cassazione ha accolto in pieno la richiesta del procuratore generale Marco Dall'Olio. Nella requisitoria aveva sostenuto che gli imputati «erano consapevoli delle conseguenze dei loro colpi, estremamente violenti, inferti con tecniche di lotta Mma contro punti vitali, su un corpo particolarmente esile come quello di Willy».
Definitive, invece, le condanne a 23 anni per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli, gli altri due giovani di Artena coinvolti nel pestaggio.