Francesca Migliano morta in casa, il malore e l'amico (ora indagato) che non l'ha soccorsa: «Ero lì ma non l'ho uccisa»

Bologna, il corpo della 52enne è stato scoperto diverse settimane dopo il decesso.

Domenica 24 Marzo 2024 di Mirco Paganelli
Francesca Migliano morta in casa, il malore e l'amico (ora indagato) che non l'ha soccorsa: «Ero lì ma non l'ho uccisa»

BOLOGNA «Ero con lei. Si è sentita male, ho avuto paura e sono fuggito senza soccorrerla». Resta avvolta nel mistero la morte di Francesca Migliano, la 52enne trovata senza vita lo scorso 15 gennaio nel suo appartamento di Bologna, in via Cartoleria. Ciò che inizialmente sembrava un tragico evento dovuto a cause naturali si è trasformato in un enigma che conta fra le ipotesi quella che qualcuno possa averla ammazzata. La procura ha iscritto nel registro degli indagati un uomo di cinquant'anni che era insieme alla donna al momento del decesso, accusato tecnicamente di omicidio. L'uomo, incensurato, ha reso dichiarazioni che lasciano sgomenti. Avrebbe infatti detto di essere scappato dall'appartamento dopo che la padrona di casa aveva accusato un malore, e che lo aveva fatto senza allertare i soccorsi. La sua posizione è tutt'ora al vaglio dei magistrati e dei carabinieri di Bologna che si stanno focalizzando su una serie di dettagli che gettano un'ombra di ambiguità sul racconto dell'uomo. Perché fuggire senza soccorrere una persona che sta male e senza chiamare il 118? Il grado di responsabilità dell'uomo non è ancora chiaro.

I TABULATI

Al cinquantenne gli investigatori sono giunti attraverso l'analisi dei tabulati telefonici dei due cellulari della vittima. L'ultima persona contattata dalla donna è stato proprio l'indagato, il cui cellulare si è agganciato alle celle telefoniche presenti nelle vicinanze dell'abitazione nei pressi del Teatro Duse, in zona Santo Stefano.
Dopotutto è stato lo stesso indagato a confermare di essere stato in compagnia di Francesca Migliano quando questa si sarebbe sentita male. I dubbi del suo racconto sono alimentati dal fatto che la quantità di sangue ritrovata nell'appartamento non sarebbe compatibile con una morte per cause naturali. Va detto, però, che sono passate diverse settimane prima del ritrovamento del cadavere e che nell'appartamento era presente anche il cagnolino della vittima, un terrier, che ha contribuito a compromettere la salma. Ma da quanto emerso finora, i morsi dell'animale non giustificherebbero tutto quel sangue.
La morte, stando ai primi accertamenti, risalirebbe a molto tempo prima del ritrovamento del corpo, addirittura a poco prima di Natale. Era stata l'anziana madre, non avendo più notizie della figlia, a scoprirne il cadavere. Le due donne non si frequentavano spesso, ma il fatto che la figlia non rispondesse al telefono l'aveva preoccupata.

L'AUTOPSIA

Una prima autopsia eseguita dal medico legale Paolo Fais aveva, sì, ipotizzato l'omicidio, ma non era stata in grado di escludere le cause naturali. Non è stata perciò in grado di chiarire che cosa sia avvenuto realmente.
Il pm Nicola Scalabrini ha disposto nuovi esami sul corpo per garantire all'indagato la presenza del suo consulente, il medico legale Matteo Tudini. L'avvocata della difesa, Gabriella Moccia, attende i risultati degli accertamenti prima di rilasciare dichiarazioni.

ESTESISTA A DOMICILIO

Conosciuta e rispettata nel quartiere, la 52enne aveva prima lavorato in un centro estetico e poi aveva continuato a svolgere la professione a domicilio. Era una figura solitaria e amata, che attraversava alti e bassi, e che non disdegnava periodi di solitudine.
Sono ancora molti i punti bui nella vicenda che ha portato alla sua morte.
Gli inquirenti rimangono determinati a fare chiarezza su quanto avvenuto, così come la famiglia della vittima che ha nominato un avvocato. Se la versione dei fatti del cinquantenne venisse confermata dalle nuove analisi, l'accusa potrebbe passare da omicidio a omissione di soccorso. Ma la versione dell'uomo è ancora tutta da verificare.

Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 12:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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