Dopo le condoglianze, la multa della Municipale. Paga la famiglia del defunto. Un cortocircuito sulla gestione della Ztl rende le parcelle delle pompe funebri più salate per chi abita in Centro storico di Roma. Solo nell’ultimo anno, le ditte del caro estinto hanno ricevuto oltre 600 verbali dei vigili, tutti per violazione dei varchi elettronici delle zone a traffico limitato. Anche quando il carro funebre entra in Centro semplicemente per prelevare la salma o per scortarla in chiesa. La vicenda, paradossale, è arrivata in Campidoglio, negli uffici dell’assessore ai Trasporti di Gualtieri, Eugenio Patané.
A scrivergli, Federcofit, la federazione del comparto funerario italiano, insieme a un’associazione che si occupa di solidarietà in ambito sanitario, Planet Onlus.
I carri funebri multati per l'ingresso nella Ztl
Sì, perché come spiega Francesco Figliomeni, ex consigliere capitolino di FdI, oggi responsabile dei rapporti istituzionali di Planet Solidarietà, «spesso poi, quando arriva la cartella dei vigili urbani, le pompe funebri sono costrette a rifarsi sulla famiglia del defunto». E non si tratta di importi di poco conto: stando al Codice della strada, il costo di una multa per un accesso abusivo nella Ztl oscilla da un minimo di 80 euro a un massimo di 335.
I COSTI
Va considerato poi che la stessa ditta può entrare, per un solo funerale, anche 3 o 4 volte. Perché oltre al trasporto della salma, in genere gli addetti fanno visita alla famiglia per la vestizione del defunto, per compilare le scartoffie burocratiche (dalla dichiarazione del decesso alla richiesta di cremazione), alla consegna iniziale della bara. Quindi per ogni decesso, possono arrivare fino a 4 contravvenzioni. Totale: da 320 a 1.340 euro. Non il massimo per chi già sta vivendo un momento doloroso.
Racconta Valter Fabozzi, titolare dell’omonima agenzia funebre: «Solo la mia ditta ogni anno si occupa di 50-60 funerali all’interno di zone a traffico limitato del Comune di Roma. E per ogni funerale ci arrivano anche 3 o 4 multe. Non è accettabile, soprattutto per le famiglie». Anche perché, va detto, i costi del servizio già non sono proprio modici.
Ecco perché le ditte ora bussano in Campidoglio. E chiedono al sindaco di incontrare i loro rappresentanti, «per mettere mano ai numerosi problemi che costituiscono non solo difficoltà oggettive ed intollerabili per il settore - scrive sempre Federcofit - ma anche un’offesa per le famiglie che necessitano di questi dolorosi servizi». Insomma, basta multe. Almeno per le bare.