Caro Direttore,
leggo la notizia dell'introduzione di test psicologici per gli aspiranti magistrati e mi viene da pensare: ma è possibile che le teste d'uovo che abbiamo al governo se ne inventino una al giorno? Mai che si diano la pena di affrontare sul serio i veri problemi, ma se si tratta di proteggersi, perché sono una casta, allora si inventano qualsiasi stratagemma. Me ne ricorderò al momento di votare.
Paride Antoniazzi
Conegliano (Treviso)
Caro lettore,
francamente faccio fatica a capire le critiche furibonde generate da questa innovazione introdotta da pochi giorni nella nostra legislazione e che sarà operativa dal 2026.
La realtà è diversa e molto più semplice. Nella prova orale dell'esame per l'ammissione alla magistratura è previsto che ogni candidato riceverà un test predisposto dal Consiglio superiore della magistratura e che ricalca quello già utilizzato per la selezione degli agenti polizia. Nella prova orale il candidato, sulla base delle risposte scritte, avrà poi un colloquio psicoattitudinale diretto dal presidente della commissione, cioè da un magistrato, che esprimerà poi insieme alla commissione esaminatrice la valutazione finale. Cosa c'è di anomalo o scandaloso? È così strano che si valuti la capacità di prendere decisioni razionali da parte di chi è chiamato a decidere della vita degli altri? Vedo che, sull'onda della polemica, qualcuno ha chiesto che "allora anche i politici siano sottoposti a questi test". Parliamone. Ma non si capisce perché finchè a fare questi test erano chiamate altre figure professionali, non c'era alcun problema. Se invece tocca ai magistrati, scoppia l'ennesimo caso politico.