PADOVA - Le tendenze demografiche non mentono e i primi effetti della denatalità si vedono nei banchi delle scuole. Negli istituti padovani a varcare le porte della nuova scuola, il prossimo settembre, saranno sempre meno ragazzi: gli iscritti alle prime classi delle scuole padovane sono 21.559, 1.344 in meno rispetto all’attuale anno scolastico.
L'Ufficio scolastico provinciale
Per quanto il calo sia previsto all’Ufficio scolastico si corre ai ripari: c’è il rischio che con il tempo si arrivi ad avere classi deserte e scuole costrette a chiudere per il basso numero di iscritti, specialmente nelle comunità già scarsamente abitate; dall’altro lato c’è il rischio opposto che chiudendo scuole poi ci si ritrovi a dover sovraffollare alcune classi per raccogliere tutti gli studenti. «All’Ufficio scolastico stiamo iniziando la fase di analisi, ora entriamo nel vivo della programmazione - continua il provveditore agli studi -. Il rischio principale è che alcune classi non riescano a raggiungere il numero minimo di 15 alunni, ma ovviamente vogliamo evitare di chiudere sezioni». Per evitare misura drastiche si può sempre fare uno strappo alla regola tramite le cosiddette “classi in deroga”, già attive sul territorio provinciale. «Ho l’impressione che con il numero di docenti già confermato riusciremo a formare tutte le classi – aggiunge il direttore Natale -. Laddove ci sono cali demografici più significativi lo sforzo dell’Ufficio sarà di far partire classi scolastiche in ogni comunità. Ci viene in aiuto la normativa sulle classi in deroga, grazie a cui riusciamo a formare classi anche dove ci sarebbero meno di 15 studenti. Fermo restando che dobbiamo guardare all’intero scacchiere scolastico per far quadrare i conti con docenti e spazi a disposizione. Cercheremo di venire incontro a tutte le comunità, nei limiti del possibile».
Calo demografico
Sempre meno studenti tra i banchi perché sono sempre meno i bambini a nascere. Basterà guardare il grafico delle nascite degli ultimi undici anni per rendersi conto che i numeri nei reparti ostetricia sono in linea con quelli in classe. Dalle 1.678 nascite del 2012 alle 1.253 del 2023 siamo a meno 423 bambini. Se guardiamo il grafico nell’arco di dieci anni, due cicli di primarie, ci sono 346 bambini in meno con le annesse difficoltà a fare classi prime in molte scuole. Basti pensare che quest’anno gli iscritti a tutte le scuole di città e provincia sono 103.632. L’anno precedente erano 1.742 in più. Questo significa che quest’anno sono state fatte 38 classi in meno. Tra qualche giorno l’Ufficio scolastico renderà noto anche il dettaglio delle iscrizioni per ogni indirizzo di studio. Un dato che interessa le scuole superiori e che molto probabilmente vedrà confermata la tendenza degli studenti padovani a scegliere gli istituti tecnico-professionali. L’inverno demografico è ormai anche inverno liceale, dato che molti ragazzi preferiscono sempre più la formazione tecnica che apre prima le porte al mondo del lavoro. Linea che incontra il favore del Ministero dell’Istruzione, che con il decreto ministeriale dello scorso 7 dicembre ha avviato un piano nazionale di sperimentazione facoltativo: in alcuni istituti tecnici le classi prime, a partire dall’anno scolastico 2024-2025, potranno terminare la scuola in quattro anni anziché i canonici cinque. Per gli studenti seguiranno poi due anni di formazione negli Its, istituti di formazione specialistica. Nel padovano la proposta del ministero ha trovato fredda accoglienza, l’unico istituto ad avviare la sperimentazione sarà il Girardi di Cittadella, gli studenti che prenderanno il diploma dopo quattro anni sono quelli dell’indirizzo amministrazione, finanza, marketing e articolazione sistemi informativi aziendali.