Padova. Fallimento della Sip srl, a giudizio per bancarotta il costruttore Cetera

La società è la "sorella" di Deda, quella legata al progetto del centro commerciale mai realizzato vicino al Castello del Catajo

Mercoledì 14 Febbraio 2024 di Marco Aldighieri
Padova. Fallimento della Sip srl, a giudizio per bancarotta il costruttore Cetera

PADOVA - In cinque sono finiti davanti al giudice per il fallimento della Sip Srl, con sede in piazza De Gasperi. La società immobiliare padovana “sorella” della Deda Srl, legata a filo diretto con il progetto mai realizzato della edificazione di un centro commerciale a Due Carrare, in zona Castello del Catajo. Gli imputati, di fronte al Gup Maria Luisa Materia, sono cinque esponenti della famiglia di costruttori edili Cetera. L’ex presidente di Ance, Antonio Leonardo di 76 anni, la moglie Loretta De Majo 73 anni, e i figli Rodolfo 49 anni, Silvia 48 ed Enrico 41 tutti difesi dagli avvocati Luigi Ravagnan e Massimo Altissimo. Fin dall’inizio Leonardo Cetera si è assunto le colpe del fallimento, decretato dal Tribunale di Padova il 7 dicembre del 2017 e della conseguente bancarotta. Secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Luisa Rossi, il danno patrimoniale sarebbe di un milione e 372 mila euro. Leonardo Cetera ha chiesto e ottenuto di potere essere giudicato in rito abbreviato. La Procura ha chiesto per lui una condanna a 2 anni e 4 mesi, e l’assoluzione per due dei quattro capi di imputazione.

Invece lo stesso magistrato, di fatto sposando la linea difensiva, ha chiesto il proscioglimento per gli altri quattro imputati che così dovrebbero evitare il rinvio a giudizio. Il Gup darà lettura della sentenza tra una settimana, il prossimo 20 di febbraio. «Mi sono preso tutte le colpe - ha dichiarato Leonardo Cetera - e ho voluto essere processato con il rito abbreviato. Adesso spero nella mia assoluzione e nel proscioglimento dei miei familiari». La società fallita Sip è stata affiancata dal curatore fallimentare Flavia Morazzo e dall’avvocato Pietro Someda.

I FATTI

Secondo l’accusa, rappresentata all’inizio dell’inchiesta dal pubblico ministero Valeria Spinosa, la società Sip nel 2014 aveva riportato perdite per 245.000 euro e l’assemblea dei soci aveva deliberato la rinuncia ai finanziamenti da parte degli stessi. Invece, sempre secondo l’accusa, i cinque imputati avrebbero proceduto alla restituzione quasi integrale dell’importo dei finanziamenti per 698.760 euro. Inoltre avrebbero disposto di finanziamenti per 243.435 euro in favore della Deda Srl dal 2015 al 2016, quando la società era già in grave situazione di crisi tanto da avere maturato perdite di esercizio per 1.529.972 euro nel bilancio al 31 dicembre. Così senza richiedere, ancora per l’accusa, adeguate garanzie e senza che la società si attivasse per la restituzione. I ruoli dei cinque imputati: Loretta De Majo è stata socia e amministratore unico della Sip dal 20 aprile del 2017 al giorno del fallimento. Enrico Cetera è stato socio e amministratore unico dal 15 aprile 2010 al 9 novembre del 2010, e presidente del consiglio di amministrazione della società dal 9 novembre del 2010 al 20 aprile del 2017. Quindi Leonardo Cetera è stato membro del consiglio di amministrazione della Sip dal 9 novembre del 2010 al 20 aprile del 2017. Poi Rodolfo Cetera è stato membro del consiglio di amministrazione della società dal 21 novembre del 2013 al 20 aprile del 2017, e infine Silvia Cetera è stata socia e amministratore di fatto di Sip e socia di Deda.

IL PROGETTO

Sip e di conseguenza Deda, anche lei dichiarata fallita dal Tribunale di Padova nel 2020, erano due società “sorelle” legate all’area a destinazione commerciale di 160 mila metri quadri in via Mincana nel comune di Due Carrare. Qui, all’uscita del casello autostradale di Terme Euganee in A13, era prevista la costruzione di un centro commerciale da 32 mila metri quadri mai realizzata. La Sopraintendenza ai beni culturali ha messo un vincolo paesaggistico, così il terreno da edificabile è rimasto agricolo. I costruttori Cetera hanno presentato due ricorsi amministrativi a Tar e Consiglio di Stato, ma li hanno persi entrambi.

Ultimo aggiornamento: 18:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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