Monselice. Primario accusato di violenza sessuale da una collega: «Sono innocente»

Secondo la versione della dottoressa il medico, suo diretto superiore, le avrebbe proposto un rapporto sessuale approcciandola anche fisicamente

Martedì 7 Maggio 2024 di Marco Aldighieri
Medico

MONSELICE (PADOVA) - Il medico primario in servizio all'ospedale di Schiavonia, accusato di violenza sessuale ai danni di una collega, davanti al Gup Livia Magri del Tribunale di Verona ha raccontato la sua versione dei fatti. Il professionista, affiancato dall'avvocato Giovanni Chiello del foro di Padova, si è difeso punto per punto proclamando la sua innocenza. Il giudice, il prossimo 20 di giugno, deciderà se prosciogliere o mandare a giudizio il primario come chiesto dal pubblico ministero Mauro Leo Tenaglia titolare delle indagini. Il medico in un primo momento era stato sospeso e la dottoressa aveva chiesto il trasferimento in un altro settore.

La sospensione è stata congelata e lei attualmente lavora nello stesso reparto diretto dall'imputato. La donna è difesa dalla legale Nicoletta Capone anche lei del foro di Padova. Il caso è finito in tribunale a Verona poiché è in quella provincia che si sarebbe consumata la violenza.

Cosa è successo

Erano infatti i primi mesi del 2022 e i due medici erano impegnati in un convegno a Negrar di Valpolicella, nelle colline veronesi. Proprio in quell'occasione, al termine di una delle giornate di congresso, il primario avrebbe avvicinato la collega approfittando di un momento in cui erano rimasti soli. Il racconto di quegli attimi, pur in assenza di testimoni, lo ha poi messo nero su bianco la donna sporgendo denuncia. Secondo la versione della dottoressa il medico, suo diretto superiore, le avrebbe proposto un rapporto sessuale approcciandola anche fisicamente, e facendolo più volte nonostante il suo netto e categorico rifiuto.

La denuncia della dottoressa

A fronte di quell'evento la donna avrebbe deciso di sporgere denuncia, rivolgendosi anche a un sindacato perchè ha lamentato la mancata tutela da parte dell'azienda. L'esposto della dottoressa alla Procura veronese è stato qualificato nelle norme del "Codice rosso" e il primario si è trovato iscritto nel registro degli indagati per il reato di violenza sessuale aggravata. Della vicenda era stata informata anche l'Ulss 6 Euganea, che gestisce l'ospedale di Schiavonia. È stato aperto un procedimento disciplinare nei confronti del medico, ma come detto il professionista ha ripreso a lavorare in reparto. La presunta violenza sessuale si sarebbe consumata solo nell'occasione del convegno di Negrar, e non ci sarebbero altri episodi avvenuti in ospedale o nel reparto dove i due medici tutt'ora lavorano. 

Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 10:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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