ROVIGO - Sono 51 abitazioni, da un capo all’altro del Polesine, in vendita a prezzi che oscillano fra i 20 ed i 30mila euro. Non case lussuose, visto che si tratta degli alloggi sfitti perché troppo onerosi da ristrutturare, che Ater ha deciso di alienare. Si tratta della quota rimanente dei 90 che erano stati messi all’asta con il bando del marzo dello scorso anno con scadenza 24 maggio.
IL DOSSIER
Come emerge dal dossier su tutte le Ater del Veneto, usato come base della discussione della seduta della Seconda commissione regionale del 25 maggio scorso, in provincia di Rovigo «il patrimonio immobiliare di proprietà o gestito da Ater è sufficiente per numero di alloggi ma non per qualità a far fronte alla domanda abitativa delle persone in maggiore difficoltà economica: servono risorse ingenti per le ristrutturazioni». L’Ater di Rovigo, del quale nell’ultimo anno si è parlato soprattutto perché era stato coinvolto nell’elaborata architettura dell’accordo di programma poi fallito per la messa in sicurezza di Iras ed il futuro di Casa Serena, che prevedeva infatti l’acquisto dell’ala est dell’immobile di via Bramante, ha un patrimonio di 3.860 alloggi di proprietà, 827 dei quali però sfitti, pari al 21,4%, oltre un quinto, una percentuale superiore rispetto alla media regionale che è del 18,2%. Di questi, 609, il 15,8% del totale degli alloggi di proprietà ed il 73,6% di quelli non assegnati, sono sfitti perché le loro condizioni non sono tali da permetterne la locazione, rendendosi necessari interventi di recupero. Al patrimonio di proprietà, i 3.860 alloggi in 346 edifici, 239 a proprietà mista, ovvero condomini non integralmente di proprietà Ater, si aggiungono poi gli alloggi gestiti, 193, 37 dei quali sfitti. Nel 2021 gli alloggi complessivi erano 3.887 e 799 risultavano sfitti. Se si considera che ne 2022 sono stati assegnati 179 alloggi e che le famiglie in attesa di assegnazione risultavano 575, ben si comprende quanto il problema, effettivamente non sia il numero degli alloggi in sé, quanto la loro utilizzabilità.
Per rimettere tutti gli alloggi popolari polesani in buono stato, secondo la stima di Ater, servirebbero circa 200 milioni, la somma più alta di tutto il Veneto dopo i 317,5 milioni stimati dall’Ater di Venezia, il doppio rispetto ai 100 milioni dell’Ater di Vicenza e dei 99 di Padova, il quadruplo rispetto ai 50 di Belluno e ancora di più rispetto ai 45 di Verona. Il problema principale sembra essere il fatto che la vetustà media è di 46 anni, si spiega. Eppure, nel corso del 2022 sono stati sottoposti a lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria 1556 alloggi di proprietà, 1.443 locati e 113 sfitti, con un spesa complessiva di 1,84 milioni
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