Assolto l'ex nuotatore della Rana Azzurra di Conegliano Marco Bolzan: «Non era doping, manca il dolo»

Giovedì 29 Febbraio 2024 di Giuliano Pavan
Assolto l'ex nuotatore della Rana Azzurra di Conegliano Marco Bolzan: «Non era doping, manca il dolo»

CONEGLIANO (TREVISO) - Dopo quasi sei anni di battaglia legale ha avuto ragione: assolto per non aver commesso il fatto. Marco Bolzan, nuotatore che all'epoca dei fatti era tesserato per la Rana Azzurra di Conegliano, ha dimostrato di essere del tutto estraneo all'accusa di doping che gli era stata mossa contro dalla Procura di Treviso.

Che in ogni caso, nonostante le prove emerse durante il procedimento penale, aveva ipotizzato una condanna al minimo della pena, ovvero tre mesi di reclusione. Il tribunale ha invece sposato la tesi difensiva dell'avvocato Francesco Foltran: nelle condotte di Bolzan non c'era alcun dolo.


IL CALVARIO
Prima di affrontare una gara, a causa di un'allergia che lo colpisce ogni anno in primavera inoltrata, il 32enne aveva comprato in farmacia una confezione di Rinofluimucil, uno spray nasale per liberare le vie respiratorie. Non aveva idea, però, che quel farmaco avesse tra i vari principi attivi anche il tuaminoeptano, sostanza considerata proibita dal Wada, l'agenzia internazionale antidoping. Era il maggio del 2018 quando venne trovato positivo a un controllo antidoping, e da lì è iniziato il calvario a livello giudiziario del nuotatore, che all'epoca dei fatti aveva 26 anni, per la violazione dell'articolo 586 bis del codice penale, ovvero utilizzo di farmaci o altre sostanze per alterare le prestazioni agonistiche. La giustizia sportiva, basandosi sull'elemento oggettivo, aveva comminato a Bolzan una sospensione di sei mesi. Sanzione che è stata scontata in maniera ridotta visto che l'atleta si era già autosospeso in attesa della pronuncia dei giudici. Sembrava finita lì. Ma i carabinieri del Nas avevano nel frattempo inviato un'informativa alla Procura di Treviso che aveva dato avvio alle indagini e, a distanza di due anni, aveva emesso un decreto penale di condanna di due mesi di reclusione convertito in una pena pecuniaria da 4.500 euro.


L'OPPOSIZIONE
Il 32enne Bolzan aveva deciso di presentare opposizione a quel decreto penale per professare la propria innocenza davanti al giudice. Già, perché fin dal primo momento l'atleta aveva sostenuto di non sapere che quello spray nasale fosse vietato, anche perché nella confezione del medicinale non era presente alcuna controindicazione per gli sportivi a livello agonistico. Il Wada però considera il tuaminoeptano un farmaco stimolante perché può produrre noradrenalina, capace di aumentare la frequenza cardiaca il flusso di sangue ai muscoli. «Nel processo penale, a differenza della giustizia sportiva - afferma l'avvocato Foltran - serve il dolo specifico, cioè la consapevolezza di usare questa sostanza per ottenere i risultati sperati. Circostanza inverosimile: si è trattato di una banale errore, forse dettato dalla superficialità». E il tribunale, analizzate le prove, ha stabilito proprio che Bolzan con il doping non c'entra nulla.

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