TREVISO - Il trofeo sollevato da Jannik Sinner a Miami è “Made in Treviso”, ma è davvero così? A sollevare dubbi sulla paternità della coppa, ora nella bacheca del tennista numero due al Mondo, è l’azienda della Repubblica Ceca, Lasvit, attraverso un post sulla propria pagina Facebook. A rivendicare il “vaso” di cristallo premio del torneo Atp Masters 1000, subito dopo la vittoria, era stato il maestro trevigiano del vetro Marco Varisco che ribadisce: «Quella lavorazione l’ho fatta io».
Dubbi sulla paternità, Varisco: «Ho lavorato per conto terzi»
Quella che ho fatto era una lavorazione per conto terzi - spiega Varisco -, non sapevo che utilizzo sarebbe stato fatto di quella coppa. Mi dispiace molto per questa cosa, di solito si collabora tra aziende e a me è venuto spontaneo condividere l’orgoglio di aver fatto un trofeo sollevato dal secondo tennista al Mondo». La coppa è stata commissionata a Varisco, come racconta lui stesso, da un suo contatto americano. «A casa ho ancora anche la campionatura di quel vaso - sottolinea -. Noi artigiani lavoriamo spesso senza nemmeno sapere dove vanno a finire le nostre opere, collaboriamo con le aziende e lavoriamo per conto terzi. Poi, può succedere che un’azienda abbia bisogno di un appoggio e magari anche questo poteva essere il caso. Io ho eseguito il lavoro che mi era stato commissionato, poi non sapevo a cosa servisse, ero stupito anche io di vedere quella coppa sollevata da Sinner».Il rammarico: «Mi dispiace per quanto sta accadendo»
Sulla propria pagina Facebook, l’azienda, eccellenza a livello mondiale del vetro e dell’illuminazione, ha scritto: «Parlando della sua vittoria e del trofeo in cristallo Lasvit, Sinner espresse la sua gioia: “Sono davvero felice di poter tenere questo grande trofeo”», si legge. Il maestro del vetro trevigiano conosce l’azienda Ceca: «Certo che, se mi contattasse sarebbe meglio - spiega -. Mi dispiace per questa cosa che è venuta fuori, mi fa male ma non voglio fare polemica. Faccio questo lavoro da tre generazioni e non mi è mai successa una cosa del genere». Marco Varisco non ha dubbi sulla paternità di quel trofeo: «Io ho fatto questa lavorazione - ribadisce -, ho riconosciuto subito che era quella che avevo fatto io e anche altre persone che conoscono i miei lavori mi hanno scritto chiedendomi se fosse opera mia e dicendomi che avevano subito riconosciuto il mio stile».