Darsena all’asta, nasce la “Port of Mestre” con decine di ex clienti per ricomprarla

Giovedì 2 Maggio 2024 di Fulvio Fenzo
Darsena all’asta, nasce la “Port of Mestre” con decine di ex clienti per ricomprarla

MESTRE - “Port of Mestre”, e già il nome è una scommessa.

Ma una scommessa di quelle che, se andranno in porto (gioco di parole perfino troppo facile), faranno rinascere a tempo di record una delle poche darsene mestrine, sicuramente quella più visibile occupando anche lo specchio d’acqua del Laguna Palace, sul canal Salso. Un progetto che messo già insieme un’ottantina di proprietari di imbarcazioni “sfrattate” dopo il fallimento della Darsena Dec (ma l’obiettivo è di arrivare almeno ad un centinaio), per costituire una società per azioni in grado di rilevare la struttura nell’asta già programmata per il 6 giugno prossimo.


RILANCIO
La Darsena Dec ha chiuso i battenti nell’ottobre 2023 a causa del crac della società Immpart, lasciando senza un ormeggio oltre 400 imbarcazioni i cui proprietari hanno dovuto fare i salti mortali per trovare una soluzione alternativa per i natanti. La vendita riguarderà il capannone da 4.594 metri quadrati con relativi pontili, banchine e posti auto e i beni mobili in essa contenuti, per una base di 3,6 milioni di euro ed un’offerta minima che partirà da 2 milioni e 716mila euro. Ed è quella la somma che la “sottoscrizione pubblica” lanciata in questi giorni punta ad arrivare per partecipare alla gara, presentando quindi un’offerta entro le ore 12 del 5 giugno. «É stato depositato un atto al Registro delle Imprese di Venezia per la costituzione di una società per azioni con un capitale sociale minimo di 2 milioni di euro interamente versato, con una base azionaria composta da almeno 100 soci, e come oggetto sociale l’acquisto e la gestione di darsene e ormeggi e rimessaggi di imbarcazioni, natanti e articoli inerenti la nautica in genere, con sede in viale Ancona 26 presso lo studio professionale del dottor Sandro Mazza. Ed è lo stesso Mazza ad illustrare l’operazione: «Abbiamo più o meno 30 giorni per raccogliere 2 milioni di euro - spiega il commercialista -. Ogni quota è pari a 10mila euro che è un po’ quello che uno spende per il posto e il rimessaggio barca all’anno. É chiaro che poi si dovrà pagare anche la quota standard, anche se ridotta di un 20 per cento, ma con ogni azione si avrà diritto ad un posto “perpetuo”». 


LE QUOTE
Gli aderenti potranno sottoscrivere anche più di una quota, con un tetto massimo di 10 azioni, con la “Port of Mestre” che conta di partecipare all’asta fallimentare saldando l’importo anche con il ricorso ad un finanziamento bancario fino ad un massimo di un milione e 500mila euro. «Banca Intesa ha già espresso un parere favorevole all’iniziativa - riprende Mazza - mentre, da parte di soci già ufficiali ed ex clienti della Dec, stiamo registrando un grande interesse per questa operazione. Anche il sindaco Luigi Brugnaro mi ha fatto arrivare un messaggio di complimenti per questa sfida nella quale ci stiamo avventurando». Tra i primi sottoscrittori ci sono intanto imprenditori, professionisti e nomi di rilievo della città, interessati a “riconquistare” un ormeggio sul canal Salso. «La nostra non sarà una società immobiliare, perché l’unico scopo è la partecipazione all’asta e l’eventuale gestione della Darsena» precisa ancora il commercialista. Darsena che, travolta dal fallimento Immpart, incassava comunque circa 1,4 milioni l’anno, e quindi potrà reggersi con le quote che verranno raccolte, mentre gli organi amministrativi della Spa si sono impegnati a non ricevere compensi per i primi tre anni di attività della Port of Mestre. «Ci hanno detto che in Italia ci sono 12 società di “pubblica sottoscrizione”... - conclude Mazza -. Speriamo di riuscire a diventare la tredicesima».
 

Ultimo aggiornamento: 16:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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