Venezia: Gianni Vio, il mago delle palle inattive sbarca al Tottenham. «Ho detto sì ad Antonio Conte». L'intervista

Domenica 10 Luglio 2022 di Marco Bampa
Gianni Vio, il veneziano mago delle palle inattive sbarca al Tottenham: «Ho detto sì ad Antonio Conte»
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VENEZIA - L'uomo dei 4400 schemi su calcio piazzato (quello del corner da cui nasce il pareggio dell'Italia nella finale dell'Europeo è farina del suo sacco, tanto per dire) adesso inventa formule magiche nel campionato più bello del mondo. Non (più) l'Italia, ovviamente, ma la Premier League inglese. È bastata una telefonata, una di quelle a cui non puoi dire di no. È successo qualche settimana fa: a far vibrare il suo cellulare è stato Antonio Conte, desideroso di arruolare in squadra il mago delle palle inattive. Così per Gianni Vio, 68 anni, veneziano di San Cassiano, è stato semplice dire addio a Nazionale e Spal (il suo contratto scadeva il 30 giugno), prendere il primo volo per Londra e atterrare sulla sponda Tottenham.

Dove da lunedì ha preso servizio al Training Center degli Spurs, un centro sportivo gioiello con hotel a 5 stelle, palestre e 17 campi con 65 giardinieri a curarli.

Mi ha chiamato Conte in persona, non lo conoscevo. Gli hanno parlato bene di me? «Si spera - racconta divertito Vio, un passato diviso tra il lavoro in banca, la panchina e la vocazione per studiare tattiche a tavolino per sfruttare al meglio angoli e punizioni, tanto da scriverci due libri -. Abbiamo avuto un colloquio ed ho accettato. Ma qui in Inghilterra l'allenatore delle palle inattive è una figura che sta sempre più affermandosi, ormai da tempo tutte le prime sei-sette squadre ce l'hanno in organico». 

Beh, in questo campo lei è stato un precursore, visto che ha iniziato ai tempi dell'Edo Mestre in Eccellenza. 

Direi di sì. Conte non mi ha chiesto nulla di specifico, del resto le palle inattive sono queste, non c'è niente di particolare: si tratta di sviluppare bene i movimenti e sfruttare le capacità dei giocatori. 

Cambia molto da un campionato all'altro sviluppare questo specifico aspetto?
Cambia moltissimo. In ogni posto ci sono abitudini e mentalità diverse, così come ci sono difficoltà differenti e devi trovare degli adattamenti. Ma anche in Italia tra squadra e squadra: se alleni l'Inter è più facile che se alleni la Spal. Dipende dai giocatori che hai, al di là degli allenatori che possono curare questi aspetti, poi contano le qualità tecniche dei singoli. A parità di carte vince chi è più bravo, ma se hai asse, tre e re allora vinci sempre, questa è la logica.

A proposito di logica, com'è stato possibile per l'Italia passare dal trionfo all'Europeo all'eliminazione dal Mondiale?

No comment. Ognuno può avere delle ricette, ma si rischia sempre si sbagliare, non è carino. Il calcio fortunatamente non è una scienza esatta, è un'arte e quindi le cose possano andare in un modo piuttosto che un altro. Se avessimo segnato quei due rigori ora l'Italia sarebbe ai Mondiali, inutile girarci tanto attorno. Poi gli eroi vengono sempre fuori, ma se Jorginho non sbagliava ci saremmo qualificati, la squadra se lo meritava di sicuro. Certo la delusione è stata enorme.

È anche vero che in Italia mancano le nuove generazioni, giovani attaccanti forti ad esempio non se ne vedono.

Non è una questione generazionale. Se in Serie A tutte le grandi squadre hanno solo attaccanti stranieri ed in rosa al massimo due-tre italiani ha ragione Mancini, che è costretto a prendere i giocatori dal settore giovanile. Questa è la realtà del nostro campionato, i giocatori di grandi livello sono stranieri: Lukaku, Lautaro, Vlahovic.

E allora come se ne esce per invertire la tendenza? 

Se la situazione è questa è difficile, non vedo all'orizzonte grandi soluzioni. Le squadra le fa il mercato e non il regolamento, dunque i giocatori più forti vanno nei club più ricchi. Una volta c'erano dei limiti che ti costringevano a fare scelte differenti, ora non è più così. Ma io sono specialista delle palle inattive, non di questa cose.

Com'è stato l'impatto col Tottenham?

Qui è fantastico, dovreste guardare la serie su Netflix per capire il livello di organizzazione. Qui c'è tutto e di più, non manca niente, siamo a livelli impensabili. Lo stadio del Tottenham appena finito è costato 1 miliardo e 200 milioni di pounds. A Londra ogni squadra ha il proprio impianto ed il proprio centro sportivo, questa al momento è una delle più grandi differenze tra noi e loro. Per questo dico che della vittoria all'Europeo dobbiamo andare orgogliosi, abbiamo fatto una cosa fantastica.

E Conte che impressione le ha fatto?

È uno dei più forti allenatori del mondo, e non sono io dirlo. Sicuramente già dai primi momenti trasmette una carica e un'attenzione particolari, si capisce perchè è arrivato dove è attivato. In tutti i club dove è stato ha cambiato il volto della squadra: qui ha preso il Tottenham a metà classifica e l'ha portato al quarto posto e dunque faremo la Champions. La storia parla per le persone. Grande soddisfazione allora essere chiamati da lui, ma anche grande responsabilità ora Soddisfazione sicura. Responsabilità? Magari averne sempre così.

Ultimo aggiornamento: 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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