Una staffetta d'argento guidata da una portabandiera d'oro. È l'Italia dello short track, che alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang sale sul secondo gradino del podio in una finale a eliminazione.
«Finalmente si mangia, pizza e nutella», esulta ancora Peretti, la più esuberante del gruppo dopo la gara. Mentre la 33enne Cecilia Maffei, la veterana, si toglie un piccolo sassolino dalla scarpa: «La dedica per la mia famiglia e per me stessa. Ci tenevo molto e dopo 4 Olimpiadi finalmente sono riuscita a coronare il mio sogno. A Sochi non hanno creduto in me, stavolta lo hanno fatto». Per la Fontana, invece, questa medaglia è da dedicare «a tutta la squadra, non solo le presenti ma anche a quelle che sono a casa». «Stiamo tutte scrivendo la storia dello sport italiano e questo è qualcosa che terremo sempre con noi», sottolinea proprio lei, che si è messa al collo la seconda medaglia in questa Olimpiade dopo l'oro sui 500, la settima in quattro edizioni dei Giochi. «Ma questa in staffetta è una delle più belle», evidenzia la valtellinese, che in fatto di medaglie olimpiche mette la freccia su mostri sacri come il bobbista Eugenio Monti e lo slittinista Armin Zoeggeler. E ha ancora una carta da giocare nei 1.000. «Sono nella storia? Fa piacere, ma non ci ho mai pensato. Il mio obiettivo era solo venire qui e far bene». E ci è già riuscita alla grande.