Due settori di verifica diversi, da controllare in parallelo, per capire se i «ragazzini»

Martedì 22 Agosto 2017
Due settori di verifica diversi, da controllare in parallelo, per capire se i «ragazzini» di Ripoll, autori della strage di Barcellona, avessero contatti in Italia. Nelle scorse ore Ros e Antiterrorismo hanno perquisito e ascoltato a Roma persone considerate «vicine» ad ambienti del radicalismo islamico. Un'area grigia, in cui gravitano persone tenute sotto controllo quasi costante, ma che ora vengono sentite una ad una per capire chi possa aver conosciuto o avuto contatti con le tre coppie di fratelli e soprattutto con l'imam Abdelbaki El Satty. Allo stesso tempo, il pm titolare del fascicolo sulle vittime italiane della strage, Tiziana Cugini, ha delegato al Ros di verificare tutta la storia del viaggio di Driss Oukabir a Viterbo. Una trasferta per incontrare una donna conosciuta a Barcellona, ma sulla quale sono stati avviati ulteriori approfondimenti per capire se l'uomo abbia visto anche qualcun altro. Tanto più che sul suo profilo Facebook, oscurato il giorno stesso dell'attentato, risultano amici italiani o residenti in Italia.
Perquisizioni e controlli nella Capitale puntano a capire se possa esserci una rete che passa anche dall'Italia dietro l'attentato che il gruppo di Barcellona avrebbe avuto in cantiere, aggiustando più volte mezzi e potenziali, per circa un anno. Il punto di contatto su cui si concentrano le verifiche è l'imam El Satty, presunta mente della strage. El Satty ha viaggiato più volte nel corso degli ultimi anni e avrebbe passato alcuni mesi in Belgio, luogo di transito e di incontro di molti combattenti basati in Europa. È dunque lì che potrebbe aver conosciuto gruppi o individui che si sono poi spostati in Italia e che potrebbero aver mantenuto rapporti tramite Internet.
La donna che ha ospitato Driss a Viterbo, ascoltata dalla Digos la sera stessa dell'attentato, nelle interviste rilasciate a giornali e radio sembra aver cambiato o aggiustato la versione più volte. Al Gr1 dice di aver conosciuto Driss «su una panchina del porto turistico di Barcellona», mentre nelle dichiarazioni riportate da Repubblica spiega che da tempo conosceva la madre di Driss, Fatima, che le avrebbe consigliato di contattare il figlio una volta a Barcellona. Anche su quello che l'uomo avrebbe fatto una volta in Italia, le versioni sono divergenti. Non è chiaro se abbia vissuto a casa della donna o altrove, se avesse amici oppure no. Qualche amico italiano, in ogni caso, lo aveva, raccontano le sue tracce sul web.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci