Pro 12, nel derby azzurro la Benetton si gioca l'Europa e il futuro contro le Zebre

Venerdì 5 Maggio 2017
Pro 12, nel derby azzurro la Benetton si gioca l'Europa e il futuro contro le Zebre
PARMA  - Un posto in Champions, ma anche un biglietto per l'Emisfero Sud e una maglia azzurra: l'ultima giornata del Guinness Pro12, l'ex Celtic League, che domani al 'Lanfranchi' di Parma mette di fronte le Zebre e il Benetton Treviso rappresenta uno dei momenti caldi della stagione.

Appaiate in classifica a 19 punti, le due franchigie italiane si sfidano in un derby che vede a lista gara 31 dei 44 giocatori pre-convocati dal ct azzurro O'Shea per il tour estivo a Singapore, Fiji ed Australia. Chi vince si guadagna anche l'accesso alla Champions Cup quale miglior formazione italiana del Pro12, mentre a livello individuale una prestazione di qualità può risultare determinante per staccare un biglietto sull'aereo che ai primi di giugno volerà a Singapore per il primo test-match del tour, in calendario il 10 giugno contro la Scozia.

«Abbiamo già le idee molto chiare circa la composizione della squadra - dice il ct azzurro ÒShea che domani assisterà all'incontro - ma il derby di domani potrà esserci d'aiuto per prendere le ultime decisioni su un paio di situazioni sulle quali stiamo riflettendo».
Le Zebre di capitan Biagi schierano dall'inizio dieci azzurri visti in campo nell'ultimo 6 Nazioni, con Boni e Ruzza che partono dalla panchina, mentre i Leoni biancoverdi partono dal primo minuto con cinque reduci dell'ultimo torneo (Esposito, Benvenuti, Steyn, Minto e Fuser), dieci titolari con almeno una presenza in azzurro e, in panchina, si affidano all'esperienza di una mediana alternativa di lunga militanza internazionale, con Gori ed Allan pronti ad entrare a gara in corso per fornire il proprio contributo. Intanto si pensa anche al futuro, e il presidente della Fir Alfredo Gavazzi ha ribadito l'intenzione della federazione di farsi avanti per la gestione dello stadio Flaminio di Roma («ci serve, anche se non per la nazionale maggiore visto che non ce lo fanno ampliare. Ma vederlo in quelle condizioni fa male»), e non esclude che in futuro una delle franchigie celtiche italiane possa essere spostata a Roma: in questo caso il Flaminio ne diventerebbe la 'casa'. C'è però il problema dell'assoluto disinteresse dei romani verso il Pro12.
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