ROVIGO - La maledizione è finita: dopo 26 anni di attesa la FemiCz Rovigo torna a vincere uno scudetto placando la sete più lunga e facendo felice un’intera città. Riversatasi allo stadio (6.045 spettatori ufficiali, in realtà molto di più) e poi in caroselli lungo vie e piazze. È il 12° tricolore della sua storia: il successo 20-13 è venuto al termine della terza finale consecutiva contro il Calvisano. Dopo le altre due perse più quella sempre al "Battaglini" contro il Petrarca del 2011. Tristi ricordi spazzati via in una calda serata di maggio da una prestazione di grande concretezza. Dove finalmente, dopo anni di lacune in questo fondamentale del gioco, il detto inglese "No scrum, no win" (Niente mischia, niente vittoria) è tornato il verbo dei Bersaglieri. Guidati proprio lì da un capitano sudafricano, Jacques Momberg, uscito nel finale a farsi medicare, e subito rientrato, per una maschera di sangue degna di un film di Quentin Tarantino che lo farà diventare l’icona di questo trionfo. Insieme al tecnico ex All Blacks Joe Mc Donnell, che ha trovato il modo di far rendere al massimo la squadra anche in finale.
Sedicesimo uomo in campo il pubblico. E l’esplosione di gioia finale è valsa i 26 anni di attesa.
iframe src="http://shop.ilgazzettino.it/inc/SD/footerArticoloGZ.php" width="380" height="100" scrolling=no frameborder=0 seamless >
Hai scelto di non accettare i cookie
La pubblicità personalizzata è un modo per supportare il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirti ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, ci aiuterai a fornire una informazione aggiornata ed autorevole.
In ogni momento puoi modificare le tue scelte tramite il link "preferenze cookie".