Mondiali in Georgia, il romano Michele Lamaro: «Lotteremo fino all'ultimo per restare nell'Elite»

Martedì 30 Maggio 2017 di Paolo Ricci Bitti
Michele Lamaro (Foto di Pino Fama)

Michele Lamaro   Paolo Ricci Bitti

“C’è un entusiasmo contagioso, tutti i biglietti di tutti i match sono stati venduti, a ogni incontro mille domande soprattutto a noi italiani. E a ogni passo si avverte forte nella gente la voglia di dimostrare di essere all’altezza dell’evento: insomma, è una meraviglia essere qui con gli altri azzurri”.

“Qui” è Tbilisi, la capitale della Georgia, paese ospitante la X edizione della Coppa del mondo under 20,  e la voce di Michele Lamaro, romano detto "Mitch", terza linea della SS Lazio e della nazionale, arriva forte e chiara attraverso un antiquato mezzo di comunicazione, non so in quanti se lo ricordino: la linea fissa del telefono dell’hotel, eroicamente resuscitata dopo il fallimento in serie di wifi, 4G, whatsapp, sms e skype e l’inutile frenesia dei polpastrelli sugli smartphone. Del resto può non essere così immediato per un nativo digitale come il diciannovenne Michele ricorrere a queste antichità.

Nativo digitale e anche ovale “perché sì, in effetti, non solo gioco a rugby da quando ho cinque anni – ricorda il ragazzone alto quasi un metro e 90 e pesante 90 chili, ottime mani e notevole agilità nonostante la mole che si fa sentire in mischia e nei placcaggi – ma sono cresciuto insieme al Sei Nazioni, per me è stato ed è normale andare al Flaminio e poi all’Olimpico per vedere l’Italia sfidare le Grandi: memorabile la vittoria sulla Francia nel 2011, non la scorderò mai. Invece i nostri allenatori in azzurro, Orlandi e Troncon (assi dell’era gloriosa del ct Coste, ndr), ci hanno raccontato di come loro alla mia età potessero solo sognare il Sei Nazioni”.

Già, loro hanno battagliato ogni volta fino all’ultimo respiro e hanno conquistato l’ammissione al Torneo.
“Ed è quello che vogliamo fare noi per confermare di meritarcelo ancora: intanto qui ai Mondiali dobbiamo assolutamente lottare per restare nel gruppo d’Elite”.

Mica facile: all'esordio il 31 maggio a Kutaisi, mitologica città 200 chilometri a ovest di Tbilisi, vi aspetta l’Irlanda, poi i futuri All Blacks e infine la Scozia. A parte i “tutti neri” che vincerebbero anche contro i marziani, non è che questo gruppo azzurro abbia recenti ricordi confortevoli riguardo le altre due avversarie.
“Già, ma è per questo che vogliamo assolutamente riscattare l’ultimo Sei nazioni così deludente”.
 

 


Molto deludente: tutte sconfitte, compresi il match regalato all’Irlanda e la giornata arcistorta contro la Scozia.
“Vero, con gli irlandesi ero in tribuna per un infortunio e ho dannatamente sofferto: avevamo la partita in pugno, eppure... Con la Scozia invece abbiamo davvero giocato sotto i nostri standard”.

Nel gruppo degli azzurrini non mancano il talento, la tecnica e neppure il “fisico”, ma gli avversari sembrano sempre progredire più in fretta.
“Sì, non è facile tenere il passo contro movimenti con molta più tradizione del nostro. Me ne sono accorto anche durante il tour in Sud Africa, paese magnifico in cui il rugby ha anche un ruolo fondante della società civile. Ma stiamo mettendocela tutta per colmare il divario”.

Gap che resta meno evidente a livello di under 17 e under 18: nel suo curriculum da capitano di queste selezioni brillano vittorie con Francia, Irlanda e persino Inghilterra, un bel cv per il capitano futuro della Nazionale.
“Grazie per averlo ricordato. Poi però, dai 18 anni in su, i giovani di talento delle altre nazioni affrontano contesti molto più impegnativi dei nostri continuando a migliorare. Uno dei miei modelli, Sam Warburton, flanker e capitano del Galles e anche dei Lions, si è fatto le ossa nelle coppe europee. Al tempo stesso è vero anche che  in Italia è cresciuto un altro dei miei riferimenti, Mauro Bergamasco, una leggenda: a 19 anni era già nella nazionale maggiore”.

In quest’ultimo campionato di Eccellenza (la massima serie in Italia, ndr) non se l’è cavata male: la maglia numero 6 della Lazio sempre cucita addosso, titolare fisso, quattro mete e infine il sesto posto nella top 10 dei giocatori fra tutti quelli delle 10 squadre. E sempre continuando a frequentare la scuola (liceo) tedesca di Roma, non proprio una passeggiata”.
“Ce la metto tutta, in campo e fuori. Con la Lazio ho avuto la fiducia dell’allenatore Daniele Montella e gliene sono grato. Ci siamo salvati, come preventivato, ma con qualche affanno di troppo. Poi, a proposito dello studio, sono convinto che fra gli aspetti più belli del rugby, anche quello di alto livello, ci sia quello di non creare illusioni: alla Lazio siamo professionisti nell’impegno ma non certo, com’è giusto, nei compensi e quindi bisogna comunque costruirsi fin dall’inizio una strada per il resto della vita”.

Sta facendo così anche suo fratello maggiore, Pietro, due anni più vecchio, di cui sta seguendo le orme.
“Sì, abbiamo iniziato insieme a giocare e non abbiamo più smesso. Anche lui ha frequentato la scuola tedesca e ha giocato nella Lazio e nelle nazionali giovanili. Poi, quando è arrivato il momento dell’Università, ha puntato sulla Bocconi e, per il rugby, è sceso di categoria (Asr Milano) pur di continuare a giocare”.

E’ tempo di università anche per lei.
“Sì, mi sto orientando: forse Ingegneria gestionale”.

Magari nell’ateneo di Padova, dove c’è uno dei corsi migliori d’Italia, e in città, per puro caso, una società ovale di enorme tradizione come il Petrarca.
“Eh, chissà, (colpo di tosse) vedremo. Ora penso solo e soltanto all’Irlanda: parto dalla panchina e spero di avere l’opportunità di entrare”.

A 19 anni in nazionale per giocare i mondiali: che cosa volere di più dalla vita?
“Già, è bellissimo anche se bisogna impegnarsi tanto per arrivare alla maglia azzurra. Da un lato è un privilegio che ripaga da ogni fatica, dall’altro questo gruppo è attiguo all’età adulta e alla responsabilità di rappresentare il movimento italiano che deve continuare a crescere”.

E poi giocate proprio in Georgia, la nazione europea che più questiona per aprire il Sei Nazioni, magari a scapito dell’Italia.
"Vanno capiti e rispettati, si stanno impegnando al massimo, hanno entusiasmo, determinazione: ce ne stiamo accorgendo in questi giorni qui a Tbilisi i cui abitanti non nascondono l’orgoglio”.

Ehm, però tra il Sei Nazioni con tappa a Roma e quello, eventualissimo, remotissimo, con Tbilisi…
“Sì, non si può nemmeno sentire. Non è questione di campanilismo o di orgoglio patriottico: Roma è imbattibile e non solo rispetto alla capitale della Georgia con cui non esistono i presupposti nemmeno per fare un paragone”.

Evviva Roma.
“Sempre, papà Gianluca originario di Napoli e romano di adozione, velista azzurro alle Olimpiadi di Los Angeles e Seul con la classe Soling, mamma Alessia, romana, sei figli. Io sono il quarto e non c'era stato alcun rugbysta in casa prima dei miei fratelli maggiori Pietro e Paolo, il primo pure arrivato all'Under 20. Ma adesso famiglia e rugby sono una cosa sola. Prima all’Us Primavera, poi alla SS Lazio, ho passato più tempo all’Acqua Acetosa che in camera mia. E mi sento sempre di consigliarlo ai bambini e a loro genitori: è lo sport più bello del mondo, ti insegna a lottare in campo come dovrai poi lottare nella vita”.

Bambini? Non è che intanto lei e suo fratello avete contagiato irreperabilmente qualcun altro in famiglia?
“Forse che ha saputo che a Tbilisi è arrivata nonna Stefania?”

Già.
“E’ una forza della natura.

Sua figlia, ovvero mia madre, e mio padre amano il rugby ma preferiscono non venire allo stadio mentre lei ormai non si perde una partita della Lazio e della nazionale, anche in capo al mondo. E guai se non si gioca bene, mica si accontenta, nonna Stefania, di una vittoria senza una bella meta”.

5 maggio 2017


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X CAMPIONATO DEL MONDO UNDER 20
Partecipano Inghilterra (campione in carica), Galles, Irlanda, Scozia, Argentina, Georgia, Sud Africa, Argentina, Australia, Samoa, Italia, Nuova Zelanda. L'ultima classificata retrocede dal gruppo di Elite.

Il calendario e tutte le partite live streaming sul sito di World Rugby

Gli azzurri
31 maggio Irlanda-Italia under 20 alle 13.30 italiane all’Aia Arena di Kutaisi. I prossimi match saranno contro Nuova Zelanda il 4 giugno alle 13.30 (ora italiana) e Scozia 8 giugno alle 11 (ora italiana).
 
Il XV dell'Italia in campo contro l'Irlanda
15 Massimo CIOFFI (S.S. Lazio Rugby 1927)*
14 Andrea DE MASI (Benetton Treviso)*
13 Marco ZANON (Mogliano Rugby)
12 Dario SCHIABEL (Lafert San Donà)
11 Giovanni D’ONOFRIO (Rugby Benevento)*
10 Antonio RIZZI (Mogliano Rubgy)*
9 Charly Vincenzo Ernst TRUSSARDI (ASM Clermont Auvergne)
8 Giovanni LICATA (Miraglia Rugby)*
7 Lorenzo MASSELLI (Sitav Rugby Lyons)
6 Jacopo BIANCHI (Vasari Arezzo)*
5 Edoardo IACHIZZI (USAP Perpignan)
4 Niccolò CANNONE (Florentia Rugby)
3 Marco RICCIONI (Patarò Calvisano) – capitano
2 Massimo CECILIANI (Delebio Rugby)*
1 Danilo FISCHETTI (Unione Rugby Capitolina)*

a disposizione:
16 Alberto ROLLERO (Sitav Rugby Lyons)*
17 Daniele RIMPELLI (Patarò Calvisano)*
18 Dante GAVRILITA (Patarò Calvisano)*
19 Lodovico MANNI (Mogliano Rugby)
20 Michele LAMARO (S.S. Lazio Rugby 1927)
21 Matteo Maria PANUNZI (Unione Rugby Capitolina)*
22 Filippo DI MARCO (L’Aquila Rugby Club)
23 Andrea BRONZINI (Rugby Viadana 1970)*

*è/è stato membro dell’Accademia FIR “Ivan Francescato”

Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 07:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA