Sei Nazioni, il capitano Parisse e il veterano Zanni: «Grande fiducia, decisiva la battaglia fisica»

Sabato 3 Febbraio 2018 di Christian Marchetti
Alessandro Zanni taglia il traguardo dei 100 caps
Non potrà essere una partita come le altre, questo è sicuro. Italia-Inghilterra, match che domenica 4 febbraio alle 16 (diretta tv DMax) aprirà il Sei Nazioni 2018 tanto per gli azzurri che per i favoritissimi inglesi, sarà anzitutto la partita delle celebrazioni. Perché le 100 presenze di Alessandro Zanni non faranno dimenticare le 130 di Sergio Parisse, da 10 anni e un giorno capitano dell'Italia, né le 90 di Leonardo Ghiraldini, né un record piuttosto insolito giacché, tra campo e panchina, saranno ben undici gli esordienti al Championship nella squadra di casa.

Dal punto di vista tecnico, sarà anche una guerra tra terze linee. E a confermarlo, dopo l'allenamento di rifinitura all'Olimpico chiuso alle telecamere, è stato lo stesso Steve Borthwick, ieri seconda linea del XV della Rosa oggi allenatore della mischia che davanti alla stampa amica non nasconde certo intenti bellicosi. In gergo rugbystico significa una cosa soltanto: rispetto.

Accolto in sala stampa tra gli applausi Alessandro Zanni, che tornerà a respirare azzurro un anno e undici mesi dopo l'ultima volta. Non è abituato ai riflettori, il seconda/terza linea friulano, e lo dimostra. La classe operaia che va nel paradiso dei "centurioni". "Sto vivendo una sensazione fantastica. Sono stato lontano due anni e riabbracciare la Nazionale è semplicemente meraviglioso. Non vedo l'ora che arrivi la partita e giocare con i miei compagni di sempre, come Sergio e Leo, ma anche con tutti questi giovani". "Ale è un punto di riferimento - conferma Parisse - per me e per tanti giovani ai quali darà tanta fiducia". Il compito dei giocatori più esperti sarà allora quello di "offrire gli input necessari agli esordienti, facendo capire loro che il Sei Nazioni è diverso da qualsiasi altro torneo si siano trovati a giocare".

Al capitano Parisse, il compito di confermare la dichiarazione di ieri del ct Conor O'Shea secondo il quale gli azzurri non sono ancora al 100% sul piano fisico. "Ha ragione Conor, così come ha ragione quando dice che su quell'aspetto siamo comunque avanti rispetto a un anno fa. Si vede anche dal lavoro che i ragazzi svolgono nelle due franchigie Benetton Treviso e Zebre. L'ultima volta che siamo stati insieme abbiamo mostrato cose buone ma abbiamo segnato pochi punti. In questo Sei Nazioni dovremo prendere più rischi e segnare quei punti, essere cioè in grado di tenere sempre le squadre avversarie in difficoltà e non regalare loro nulla. L'Inghilterra? Giustamente la vedono tutti favorita per il successo finale. Per noi sarà una bella partita da giocare, senza la pressione del risultato - quella spetta ai nostri avversari - ma con la pressione di voler regalare bei momenti al nostro pubblico. Pensiamo a iniziare bene questo torneo, per andare poi in Irlanda con spirito diverso".

Lo scorso anno, a Twickenham, gli azzurri misero in piedi quella che è passata alla storia come "Fox", semplicemente la scelta di non contestare i raggruppamenti a terra per non creare linee di fuorigioco e dunque andare all'assalto della manovra offensiva inglese. "Non è che affrontiamo questa manifestazione allo scopo di fare sorpresine. In casa loro abbiamo giocato con ciò che ci consentiva il regolamente e abbiamo addirittura contribuito al cambio delle regole sulle ruck da parte del board del rugby mondiale, sottolineando un aspetto che andava normato". Dunque nessuna "Fox bis", nessun effetto speciale e, quanto alle celebrazioni, saranno tutte da dimenticare al calcio d'inizio. "Io sono concentrato soltanto sulla partita contro l'Inghilterra".
Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 11:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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