Nba, il rinnovo dei diritti tv e non solo. Un business da oltre 11 miliardi di dollari

Silver punta a ottenere almeno il triplo dal nuovo contratto televisivo

Mercoledì 28 Febbraio 2024 di Marino Petrelli
Nba, il rinnovo dei diritti tv e non solo. Un business da oltre 11 miliardi di dollari

Adam Silver lo aveva detto a Parigi in occasione della Nba Paris Game: porteremo l’Nba ai valori più alti della sua storia. A distanza di un mese e mezzo da quella conferenza stampa si delineano sempre più i confini di questa affermazione. A cominciare dall’imminente rinnovo con i media, tv e non solo, in scadenza nella primavera 2025, ma che sarà oggetto di negoziazione già a partire dalla metà di marzo di quest’anno. Il contratto decennale stipulato nel 2014 porta nelle casse della NBA 2.7 miliardi di dollari all'anno, senza dimenticare che scadranno anche i diritti internazionali e molti di quelli locali. I diritti TV rappresentano la fetta più grossa degli introiti.

Nel 2021-22 la NBA ha ricavato oltre il 30% dei suoi ricavi totali da Disney (ESPN) e da Warner Bros Discovery (TNT).

Secondo alcuni rumors, Silver va a caccia di un accordo triplicato rispetto a quello attuale, circa 7-8 miliardi di dollari l'anno, una cifra che ESPN e TNT non pagheranno mai, anche se avranno la precedenza nelle trattative per i primi 45 giorni di negoziazione avendo sborsato quasi 300 miliardi di dollari in dieci anni. Ed ecco che potrebbero entrare in gioco i giganti dello streaming, Google e Amazon in primo piano, già partner di Nba da anni (Netflix e Apple sembrano più defilate), che arrivano alla gran parte del pubblico più giovane rispetto ad una quota di spettatori, quasi 65 milioni di case in Usa, che guarda ancora le partite dai canali nazionali. 

Televisione, ma non solo. Quando si tratta di generare ricchezza, lo sport statunitense è di esempio in tutto il mondo. La realtà numero uno è quella della NFL, che annualmente genera entrate per quasi 19 miliardi di dollari. Subito dietro, c’è la NBA con 11 miliardi di dollari. Uno dei parametri presi come riferimento è quello del valore minimo di una franchigia, cifra cresciuta di più del doppio rispetto a soli tre anni fa, come conferma Forbes. I Golden State Warriors, ad esempio, ora valgono 7,7 miliardi, i New York Knicks 6,6, i Los Angeles Lakers 6,4. 

Da dove arrivano i ricavi della lega statunitense?

Un’analisi di Sky Sport rivela che il 41 per cento proviene dai cosiddetti “introiti centralizzati”, ovvero i diritti tv e le sponsorizzazioni che la lega ha firmato con partner commerciali in varie categorie merceologiche, dalla fornitura di materiale tecnico (Nike per le divise, Wilson per i palloni) ai videogiochi (2K), dalle bevande (Pepsico) ai computer (Microsoft) fino alla recente firma di una compagnia aerea partner globale (Emirates). Parliamo di 4,5 miliardi di dollari. 

Da biglietti e suites arrivano 2,9 miliardi di dollari, pari al 26 per cento del totale, Anche quest’anno il pubblico è in crescita (+2%). Fino all’All Star Game dello scorso 18 febbraio, oltre 22 milioni di persone hanno visto dal vivo una partita Nba in questa stagione, con una media di 18 mila a partita. 1,4 miliardi di dollari arrivano dagli accordi con i media locali (le partite trasmesse da ogni squadra nel propri mercato di riferimento) e altri 1,3 miliardi, il 12% del totale, arrivano da sponsorizzazioni locali, principalmente dal “naming” delle arene, ma anche gli accordi presi dalle singole squadre con le aziende a cui viene "venduto" un piccolo spazio sulla divisa della squadra, novità introdotta solo dalla stagione 2017-18. Un business da 1,3 miliardi di dollari destinato ad aumentare. Ultima fetta della torta è dato dai parcheggi e da cibo e bevande acquistate durante una partita. Parcheggiare costa non meno di 25, 30 dollari a partita (i tifosi dei Knicks raggiungono il Madison Square Garden sulla 32esima strada a Manatthan quasi tutti in metropolitana, ma il risparmio è compensato dall'acquisto del merchandising della squadra). Una birra media al Chase Center, la casa dei Warriors, costa 30 dollari. Il totale per la Nba è di 870 milioni di dollari, l’8% dei ricavi complessivi. 

Infine una curiosità. Sport Business Journal ha stilato una classifica dei guadagni di chi è sotto il costume delle mascotte delle squadre Nba. Rocky The Mountain Lion, la mascotte dei Denver Nuggets campioni Nba in carica, guadagna 625 mila dollari all’anno, Harry The Hawk, l’aquilotto di Atlanta, lo segue con 600 mila. Benny The Bull, la mitica mascotte di Chicago, arriva a 400 mila, Go The Gorilla, la mascotte dei Phoenix Suns ne prende 200 mila. Gli altri delle rimanenti squadre tra i 100 e 150 mila dollari. Anche questo è business. 

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