Chievo-Milan 0-0. Le speranze rossonere si stampano su traversa e palo. Pareggio che serve poco a Mihajlovic

VERONA Prima Abate, poi Bertolacci. La doppia traversa su cui il Milan incappa a un quarto d’ora dal gong è la fotografia di un Diavolo che, complice l’organizzazione tattica del Chievo, rimbalza contro se stesso, il gioco senza bussola e una giornata iniziata subito in retromarcia, vedi l’infortunio di Kucka nel riscaldamento e lo stop alla missione 4-3-3, quella che avrebbe potuto dare indicazioni utili a Mihajlovic in vista della Lazio. Il Milan di Verona, così, resta al palo della sua sterilità offensiva, combinata peraltro a una difesa tutt’altro che solida e alla prova incolore di parecchi singoli, da Menez a Bertolacci. Tiri in porta: 6 del Chievo (il destro di Meggiorini respinto da Abbiati è il grande rammarico di un Maran vicino al colpaccio), la metà per i rossoneri. Lo specchio è Bacca, a secco da 360’, ridotto a un colpo di testa pericoloso poi perso nel suo pochissimo arrosto, comprese miriadi di agganci sbagliati. Allo stato attuale, il Diavolo è una squadra in frenata, povera d’idee (manca sempre Montolivo), aggrappata al pressing alto e accesa giusto da Bonaventura (in parte anche da Honda, ma parliamo di sprazzi, inclusa una punizione di poco fuori). Lo racconta, soprattutto, il primo tempo: dominio scaligero, specie per possesso palla e intraprendenza. Poi, col calo di Castro e compagnia, la crescita rossonera per pericolosità, ma senza riuscire mai a capitalizzare. Il Milan doveva vincerla, specie dopo Sassuolo. E invece alla vittoria c’è andato vicino il club della Diga. Più che un punto, un passo indietro. Rispetto all’Europa. E a una Roma con cui, nel presente, non c’è paragone.  

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