TREVISO - «È un Mondiale squilibrato nei gironi iniziali.
La 10ª Coppa del mondo di rugby inizia oggi, 8 settembre, alle ore 21 a Parigi con Francia-Nuova Zelanda. Nelle 9 edizioni precedenti solo una volta l'ha vinta una nazionale europea, nel 2003 l'Inghilterra. Andrea Gritti sciorina con l’autorevolezza, come in tivù, le sue valutazioni. Omonimo di un Doge veneziano del 1500, così lo chiamavano in campo. Due metri per 103 kg, seconda linea, ha vinto 7 scudetti al Benetton Treviso, indossato 15 volte la maglia azzurra, è uno degli eroi dello storico esordio dell’Italia al Sei Nazioni, 34-20 alla Scozia campione. Trevigiano, 49 anni, avvocato, in coppia con Andrea Fusco sarà il telecronista di 8 dei 17 match trasmessi dalla Rai, compresi quelli dell’Italia e la finale.
Gironi squilibrati?
«Le prime 5 squadre del ranking sono nei primi gironi A e B che s’incrociano nei quarti. Solo 2 di esse arriveranno in semifinale. Un’ingiustizia. In futuro World Rugby ha assicurato sorteggi più vicino alla competizione».
Così 3 fra Irlanda, Sudafrica, Francia, All Blacks e Scozia, dovranno rinunciare presto alle ambizioni.
«Avranno un cammino più difficile rispetto a Inghilterra e Argentina, che posso tarare la preparazione per arrivare in forma ai quarti, semifinale e finale».
Chi sarà la sorpresa?
«La Scozia outsider del girone di ferro con Irlanda e Sudafrica. Le Figi in assoluto, in un girone altrettanto equilibrato con Galles e Australia non al top e Georgia sempre pericolosa.
Che gioco si aspetta?
«Intanto di adeguamento al metro arbitrale, con l’incognita impatti alti e cartellino rosso a condizionare. Prima ne vedeva uno a edizione. Stavolta, vista le nuove direttive sui colpi alla testa, saranno di più».
Questo cosa porterà?
«A placcare più basso, concedendo la continuità del gioco e la ricerca degli spazi».
L’Italia che nel girone A con Francia e Nuova Zelanda parte come quasi con il pronostico chiuso.
«Non deve sbagliare approccio con Namibia e Uruguay. Deve sfoggiare prove convincenti nel gioco, efficaci, con pochi errori, non come 4 anni fa con la Namibia, nelle Summer Series con la Romania, o a Treviso col Giappone, tenuto agganciato nel punteggio fino al 76’ nonostante la netta superiorità».
Se ci riesce?
«Si mette nelle condizioni ideali per giocarsi le chance contro la perdente di Francia-All Blacks, che arriverà al match con gli azzurri con tutta la pressione addosso».
Le qualità dell’Italia?
«Dietro abbiamo finalmente dei finisseur veloci come Iaone, Capuozzo, Bruno che possono mettere in difficoltà All Blacks e francesi. Ma per lanciarli servono raziocino e un metronomo a numero 9. Varney ha qualità, ma deve essere più continuo e armonico con la squadra».
I punti deboli?
«I centri, solo 2 di ruolo, con Menoncello infortunato non ce n’erano altri. Mori è un’ala, Lucchin non è ancora di livello internazionale. I primi 8 uomini vedremo come reggeranno la fisicità di francesi e neozelandesi».
Le stelle del Mondiale?
«Antoine Dupont (Francia), il più forte in assoluto; Josh Van der Flyer (Irlanda), miglior giocatore del 2002; Pieter-Steph Du Toit (Sudafrica), miglior giocatore del Mondiale 2019 tornato ai suoi livelli. Uno dei tre alzerà la coppa».