Padova, tifosi del Catania invadono il campo per andare a rubare uno striscione agli ultras: fermati dalla polizia

Martedì 19 Marzo 2024
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PADOVAScene da guerriglia urbana ieri, martedì 19 marzo, allo stadio Euganeo durante la finale di andata di Coppa Italia di serie C Padova-Catania.

Un gruppo di ultras siciliani, durante l'intervallo, ha sfondato il cancello del proprio settore entrando nella tribuna occupata dai biancoscudati, lanciando fumogeni e distruggendo gli striscioni. Altri hanno fatto invasione di campo, lanciando da lì i petardi. L'intervento delle forze di polizia, con cariche nella curva nord per fermare la violenza, ha riportato la calma.

Gli agenti hanno portato via una decina di tifosi catanesi. La partita è ripresa, dopo una sospensione di 15 minuti

In quel momento all'interno dell'Euganeo erano presenti solo gli steward addetti ai vari settori, mentre le forze dell'ordine presidiavano l'area esterna dello stadio e sono intervenute dopo una decina di minuti quando in realtà la gran parte dei facinorosi catanesi era nel frattempo tornata in curva. Gli ultimi ultras rimasti in prossimità della pista d'atletica sono stati spinti dentro il loro settore con una carica. Nello stesso tempo anche verso i poliziotti sono stati lanciate bombe carta e uno di loro è rimasto contuso, ma tutto questo non ha impedito agli agenti di bloccare e trascinare fuori tre tifosi siciliani, poi portati in Questura per accertamenti.

CLIMA SURREALE
La partita è ripresa con sette-otto minuti di ritardo in un clima surreale e le due tifoserie rimaste in silenzio per il resto della gara, con interruzioni solo da parte del pubblico di casa per fischiare i giocatori ospiti, compreso l'ex Chiricò, quando uscivano dal campo e da quello siciliano al gol di Monaco, a sua volta reduce da un'esperienza all'ombra del Santo. Ci hanno allora pensato i sostenitori della tribuna ovest ad incitare la squadra in un momento di maggiore difficoltà.


Poco dopo gli episodi di ieri sera è intervenuto il sindacato Fsp Polizia Padova con un comunicato siglato dal segretario provinciale Luca Capalbo. "Ennesima vile aggressione si legge nella nota - ai danni dei poliziotti per un incontro di calcio. Non servono più parole i poliziotti devono tornare a casa! Senza se e senza ma. Siamo difronte ad uno stato di guerriglia ormai giornaliera, l'altro giorno a Verona cinque feriti, questa volta a Padova uno, cosa stiamo aspettando? Per smuovere le acque aggiungono - serve una bandiera sulla bara di un poliziotto? La misura è colma basta parole servono fatti concreti, immediati e tangibili. Fsp Polizia Padova non esclude un sit-in di protesta pacifica nei prossimi giorni".
Una sfida tra Padova e Catania mancava all'appello da quarant'anni per cui a livello di ordine pubblico non ci sono stati in passato specifici precedenti, ma ad accendere la rivalità, fino a quel momento solo verbale con cori anche all'insegna dell'ironia, è lo storico gemellaggio in essere da oltre quarant'anni tra il popolo biancoscudato e i tifosi del Palermo, evidentemente poco gradito agli etnei.

DOLORE E RABBIA
Amareggiato per questa brutta pagina il presidente biancoscudato Francesco Peghin: «È stato un episodio molto brutto e quando è scoppiato quel putiferio ero con il presidente del Catania per le interviste con la Rai. Non è bello vedere certe situazioni, non è sport e credo sia giusto che persone del genere non entrino più negli stadi. Cose del genere le ricordo forse da bambino ai tempi dell'Appiani, ma non credo siano mai capitate all'Euganeo. Ho provato dolore e un po' di rabbia nel vedere lanciare di tutto verso la tribuna est, spero non si sia fatto male nessuno e che al ritorno si sia tutelati da queste belve. La giustizia sportiva? Mi auguro si possa assistere allo spettacolo e che non si giochi a porte chiuse. Sugli spalti prima c'era un bel clima».
Anche il Catania con un comunicato ha condannato le intemperanze di ieri sera.

 

Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 13:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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