Guai con la giustizia per Cipollini. Re Leone in tribunale per calunnia contro Fanini

Sabato 23 Febbraio 2019 di Francesca Monzone
Guai con la giustizia per Cipollini. Re Leone in tribunale per calunnia contro Fanini
Guai con la legge per Mario Cipollini, il campione del mondo toscano e tra i più potenti sprinter di sempre, in primavera sarà in aula per rispondere dell’accusa di calunnia nei confronti di Ivano Fanini, patron del team “Amore e Vita”.
L’ultimo sprint che vedeva vincere proprio Fanini su Cipollini, c’era stato lo scorso luglio nel foro di Lucca, quando, le accuse mosse da Mario, in arte Re Leone, verso Fanini per estorsione, erano state archiviate. Oggi è proprio Fanini a riportare in aula il corridore, che dopo la piena assoluzione ha deciso di denunciare Cipollini per calunnia.
Quella tra Cipollini e il patron del team “Amore e Vita” è una storia vecchia, iniziata quando Super Mario aveva firmato nel 1998 un contratto di un anno, a termine di carriera  per correre con Ivano Fanini. 
Cipollini decise di non correre con i colori del “Team Amore e Vita” e per questo si aprì un contenzioso tra il corridore e il manager per non aver rispettato il contratto.
I fatti finirono in tribunale dove a vincere fu Fanini e Cipollini venne condannato ad un risarcimento di cinquanta mila euro. La vicenda però, invece di chiudersi, si avviò verso un nuovo capitolo legale dove questa volta era il corridore a denunciare il patron della squadra per estorsione, lasciando credere che quei famosi cinquanta mila euro erano il frutto di un ricatto.
Ancora una volta è stata la legge a mettere il punto  sulla vicenda, scagionando pienamente Ivano Fanini per inesistenza del reato. Chiuso con il tribunale di Lucca, dopo 7 mesi è arrivata la notizia di una nuova udienza. Questa volta il palcoscenico è a Verona e Cipollini dovrà difendersi dall’accusa di calunnia nei confronti di Fanini. 
“Arrivata la piena assoluzione a Luglio ho parlato con i miei legali - ha spiegato Fanini - insieme abbiamo deciso di sporgere denuncia verso Mario per come aveva infangato la mia persona e lui è stato rinviato a giudizio. Io sono sempre stato una persona onesta e rispettata in tutto il mondo del ciclismo e fatti come questo sono gravi. Non voglio soldi ma pretendo che la mia immagine continui a rimanere pulita così come è sempre stata”.
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