Doping, la rabbia di Magnini: «Accanimento, sentenza già scritta. Io come CR7: sono un esempio»

Martedì 6 Novembre 2018
Doping, la rabbia di Magnini: «Accanimento, sentenza già scritta. Io come CR7: sono un esempio»
«È una sentenza che era già scritta e per questo sono incazzato nero. Il procuratore Laviani mi ha detto a processo sbattendo i pugni sul tavolo: 'Basta, ormai è una questione personalè. Parliamo di un accanimento, di una forzatura. Non ci sono prove, anzi le prove dimostrano il contrario. Faremo sicuramente ricorso». L'ex nuotatore azzurro, Filippo Magnini, non nasconde la rabbia parlando della sentenza a 4 anni di stop comminata dal Tribunale nazionale antidoping di Nado-Italia per uso o tentato uso di sostanze dopanti.

Sempre riferendosi al Procuratore anti-doping di Nado-Italia, Pierfilippo Laviani, Magnini ha quindi aggiunto: «Pensare che un procuratore, al quale è stato dato pieno potere, possa agire con queste parole senza alcuna ripercussione, fossi il Coni mi arrabbierei parecchio. Nella giustizia ordinaria non ci potrebbe essere. Questa è una cosa molto grave».

«Faccio mia, perché mi ci rivedo molto, una frase molto importante e bella di Cristiano Ronaldo riguardo le accuse di stupro che gli sono state rivolte.
Lui ha detto 'Sono un esempio nello sport' e lo sono anche io». È quanto tiene a specificare l'ex nuotatore azzurro e due volte campione del mondo, Filippo Magnini, condannato a 4 anni di stop per uso o tentato uso di sostanze dopanti. Nell'ambito dell'inchiesta di Pesaro, Magnini paga a livello di giustizia sportiva le passate frequentazioni con il medico nutrizionista Guido Porcellini, condannato dal Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia a 30 anni di inibizione. Nel processo penale, invece, la posizione di Magnini è stata archiviata.
Ultimo aggiornamento: 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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