Un milione di km in sella: la "formula vincente" di Guidolin, trevigiano matematico

Martedì 16 Ottobre 2018 di Vittorio Pierobon
Gianfranco Guidolin
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CASTELFRANCO - Il traguardo è già fissato per il 31 dicembre del 2024. Quel giorno Gianfranco Guidolin raggiungerà il milione 10 mila 101 chilometri percorsi in bicicletta. Com'è possibile tanta precisione e perché un numero così particolare? Bisogna conoscere l'uomo e le sue passioni - matematica e bicicletta - per darsi una risposta. «Alla fine del 2024, saranno giusti 50 anni che vado in bicicletta, io avrò 77 anni e conto di arrivare a 1.010.101 chilometri percorsi. Se ci fa caso, sia l'età che la distanza sono numeri palindromi, cioè che si possono leggere sia da destra che da sinistra senza cambiare il valore». Questa spiegazione cervellotica è la fotografia del personaggio. Una vita pianificata e meticolosamente registrata nelle sue schede al computer. Il suo cervello è una specie di contachilometri. «Fino ad oggi ho percorso in bici 853mila chilometri e sono stato in 52 Paesi. Nei prossimi 5 anni conto di pedalare per altri 160mila fino a raggiungere il traguardo del numero magico che le ho detto».

PEDALATE CHILOMETRICHE E per dare concretezza all'affermazione stampa il riepilogo del suo cammino: 4.960 giornate (che corrispondono a oltre 13 anni di vita) trascorse sui pedali, 674.948 km percorsi in Italia, gli altri sulle strade del mondo, velocità media tenuta in tutta la vita da ciclista, 24,002 km orari, con un media di 170 km al giorno percorsi. Le statistiche sono minuziose e ricche di informazioni. Per esempio si scopre che in Bielorussia ha tenuto la media oraria più alta in assoluto: 28,4, mentre il Paese estero che ha visitato più volte è stata la vicina Austria con 31 passaggi, per un totale di 177 notti.
 
VIAGGIATORE PUNTIGLIOSO Quando si dice la precisione. Gianfranco Guidolin, è di Castelfranco come il suo omonimo allenatore di calcio, è laureato in Economia e Commercio e nella vita lavorativa ha fatto il segretario comunale nel vicino comune di Castelcucco. Anche lì un altro record: l'intera carriera, durata 35 anni, senza un giorno di assenza. Solo le ferie per andare in bicicletta. Tutte le vacanze di una vita trascorse sui pedali. Ma come è nata questa passione maniacale? «Ho cominciato tardi verso i 27 anni, prima andavo in montagna e facevo ascensioni. Sono stati alcuni colleghi del Comune ad invitarmi ad aggregarmi alle loro uscite in bici. Ho subito iniziato a prendere nota dei chilometri e dei percorsi che facevo e mi sono accorto che mi divertivo». Un piacere che lo ha accompagnato per sempre.

BATTESIMO A SAN MARINO Il primo viaggio è durato solo due giorni fino a San Marino. Evitiamo di chiedere quante ore e quanti chilometri Per i primi anni, i viaggi sui pedali sono stati sempre in gruppo e di sola andata, perché tornavano in macchina con le mogli che raggiungevano i ciclisti nelle città meta del viaggio: Monaco, Parigi, Budapest, Praga e altre capitali. In realtà Guidolin non veniva raggiunto da nessuno, perché è rimasto tutta la vita single. Forse anche per questo, a partire dagli anni Novanta ha deciso di viaggiare in solitudine assoluta. Partenza da Castelfranco e via sulle strade d'Europa. «Tutta Europa - precisa meticolosamente - ho attraversato tutti i 48 Stati che la compongono, compresi quelli nati dalla disgregazione dei Paesi dell'Est dopo la caduta del Muro di Berlino». Il suo è un viaggiare frenetico, ma comodo. Niente ostelli per cicloturisti. Ogni notte in albergo, pranzo e cena al ristorante: «Non seguo alimentazioni particolari, mangio di tutto. E mi piace anche bere vino. Con tutto quello che pedalo potrò pure concedermi qualche soddisfazione». 

IL DIARIO DI UN CICLISTA Ripercorrere il suo diario di ciclista è impresa improba. Citiamo solo le tappe più originali. Nel 1995 ha deciso di celebrare il numero 100: in un mese ha scalato, assieme a un compagno di avventura, 100 passi, per un dislivello totale di 100mila metri. «Siamo partiti dalle Alpi Carniche e siamo arrivati a Malaga in Spagna, passando per la Sierra Nevada, dove c'è la strada più alta d'Europa, il Pico del Veleta che sale fino a 3.367 metri. Al ritorno abbiamo preso l'aereo perché dovevo presentarmi in ufficio». L'anno dopo si è cimentato nel coast to coast, 6mila chilometri da Los Angeles a New York. «E' stata dura perché era agosto e faceva molto caldo, nella Sierra della morte abbiamo toccato i 46 gradi». Non ha grande simpatia per l'aereo, lo prende solo se deve attraversare l'oceano, ma altrimenti parte da casa in bici. Lo scorso anno, per esempio, è andato in Marocco, sempre via terra. In tutti questi anni on the road, Guidolin non ha avuto problemi. Lui si fida del prossimo ed è stato ripagato. «Non uso lucchetti per difendere la bici e tutto il mio bagaglio è nello zaino che porto sulle spalle. La bicicletta me l'hanno rubata solo una volta. E sa dov'ero? In piazza a Castelfranco».

PERICOLOSA TURCHIA Bici da corsa Pinarello, del valore di quasi 10mila euro. Il momento di maggior paura in Turchia, quando è stato circondato da un branco di cani selvaggi e famelici. «Me la sono vista davvero brutta, uno è anche riuscito a mordermi di striscio ad un polpaccio. Non sapevo cosa fare, non potevo affrontarli. Mi sono messo a pedalare più forte che potevo e li ho seminati». Nel suo palmares ci sono anche il Cammino di Santiago (tre volte) e Capo Nord, quattro volte, tanto per fare chilometri. Lo scorso anno già che c'era ha fatto una deviazione per visitare la Russia. Un solo problema al ritorno alla frontiera con Ucraina: «Non accettavano il transito a piedi o in bici, per scongiurare l'esodo. Ho dovuto chiedere un passaggio ad un pullman di turisti per poche centinaia di metri». Un piccola macchia nel suo curriculum. Quest'anno, tra escursioni per sgranchire le gambe e viaggi (Austria Svizzera, Liechtenstein, Germania, Olanda, Belgio, Francia, Spagna, Portogallo, Gibilterra, ancora Spagna, Francia e Italia per un totale di 10.801 in 69 giorni) ha già raggiunto i 32mila km. Il suo record in un anno è di 44.444 km per un totale di 265 giorni in sella. «Era già il 2012 e avevo tempo perché ero in pensione». Ora prepara lo sprint finale «perché gli anni passano e presto dovrò rallentare». Nel prossimo anno un tour in Canada da Montreal a Vancouver, «ma già che ci sono farò una capatina in Alaska» e nel 2020 Australia e Nuova Zelanda. Se avanza tempo, Guidolin vorrebbe realizzare un libro per raccontare i suoi viaggi. Il titolo lo ha già deciso Il Milione ed ha già cominciato a scrivere: «Sono arrivato a pagina 4». É molto più veloce a pedalare.

 
Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 15:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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