Nuoto, Arianna Bridi è bronzo nella 10 km

Domenica 16 Luglio 2017 di Piero Mei
Nuoto, Arianna Bridi è bronzo nella 10 km

Due braccia destre si levano insieme dalle acque calde del Lago Balaton e toccano la pista d’arrivo della gara dei 10 mila metri femminili ai mondiali di nuoto a Budapest (e dintorni, nel caso: un’ora e mezza d’auto): le due mani di ragazza battono con forza, rabbia e speranza la piastra che determina l’ordine d’arrivo. Sono già passate da un niente la francese Aurélie Muller, che doppia l’oro del giorno prima dell’“enfant” Olivier, e la nuotatrice dell’Ecuador, Samntha Arevalo, seconda. Le ragazze che toccano insieme sono l’azzurra Arianna Bridi e l’ercolina brasiliana Ana Marcela Cunha: 2h05.17.2 il crono, uguale per entrambe, e nemmeno il photofinish riuscirà a separarle. Il bronzo è per due.

IL FILO DI ARIANNA
Arianna cominciò a nuotare a cinque anni, «mica al mare, sono di Trento»; al lago, piuttosto, o in piscina: «Che barba l’acqua!», la bambina si lamentava, e passò alla ginnastica artistica, ma era una lagna pure quella, «e avevo l’elasticità di un elefante». E allora torniamo al nuoto. Prime gare a Caldonazzo, lago appunto come il Balaton; età 11 anni. «Col nuoto non ci campi, e se vuoi vincere devi faticare parecchio» erano le prediche di papà Marino, che non c’è più. «Ma è meglio se torni a zappare la terra», le diceva guardando il podere di famiglia. E Arianna: «va bene, zappo, ma quando finisco vado a nuotare, perché diventerò campionessa». Papà Marino sorrideva: «Ora forse è lassù che piange di commozione anche lui». Quando se n’è andato per sempre, gennaio 2016, Arianna era in collegiale in Sudafrica: «Sono tornata d’urgenza e lui per andarsene ha aspettato per salutarmi l’ultima volta». Gli occhi chiari della Bridi luccicano ma non piange: «Già staranno piangendo a casa mia, mamma Maria Grazia, e forse mia sorella Camilla, salterà invece mia nipote Caterina che oggicompie quattro anni e le ho preso questo regalo» dice stringendo in mano la mascotte mondiale che le hanno dato sul podio, insieme con i fiori e la medaglia di bronzo che, parola di Arianna, «non è che mi piaccia tanto». La Bridi prometteva, «ma da fondista, con fisico che ho: non sono tipo da velocità» e ora, ventidue anni da compiere, sta mantenendo: per questo il bronzo mondiale è solo un inizio. Come il “baffo” di caporal maggiore dell’esercito.
 

 

A ROMA, A ROMA
Da qualche tempo Arianna si è trasferita in una caserma della Cecchignola; lì si allena anche Rachele Bruni, il tecnico federale è Fabrizio Antonelli. «Roma e Trento? Ma, non saprei: Roma l’ho vista poco, sempre ad allenarmi». E sempre con Rachele, l’argento di Rio: «Non c’è bisogno del led per dare i tempi d’allenamento - scherza ma non tanto Antonelli - il metronomo è Arianna, il tempo lo detta lei».

LEI E RACHELE
Sono due ragazze molto differenti, di carattere e di caratteristiche sportive. La Bruni ha uno sprint, una possibilità di cambio di velocità terrificante, la Bridi ama il finale lungo. La Bruni ha addosso la maledizione mondiale: ha vinto medaglie ovunque ma mai una di un mondiale. E’ arrabbiatissima, specie con se stessa: «Ho sbagliato e pagato in fondo»; «Ci credo che sia arrabbiata: io le sto dieci passi indietro, è la mia ispirazione, è la più brava ma a volte non ha fiducia nei suoi mezzi».

LA GARA
All’inizio le azzurre si sono fatte coinvolgere in mezzo al gruppo, dove se le suonavano di santa ragione: il fondo non è sport da signorine, si direbbe banalizzandola.
La Muller, che aveva un conticino da regolare dopo la squalifica subita a Rio quando era arrivata seconda ma appozzando nel finale Rachele, che poi ebbe l’argento, prendeva la testa. Tra le prime si faceva vedere anche la Van Rouwendaal che poi avrebbe mollato. Le azzurre venivano su dopo un giro; passavano a svariati intervalli ora seconda, ora quarta. S’avvicinava, specie Arianna, ai piedoni della francese. Ma poi Aurélie prendeva la meglio, sbucava chissà da dove la nuotatrice dell’Ecuador e le nostre azzurre si tovavano con la brasiliana in mezzo: una la pareggiava sulla piastra, Rachele finiva sesta. Per vincere una medaglia mondiale per Rachele potrebbe esserci la convocazione per la staffetta due uomini e due donne; il cittì Giuliani non ha ancora deciso; «Rachele sta sicuramente già pensando come rifarsi» sorride fiduciosa Arianna, che si agita prima d’ogni gara e si calma ascoltanto musica, i GreenDay o gli AC/DC stamani: il bronzo è rock.

Ultimo aggiornamento: 16:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA