Minisini e Flamini, la questione di feeling tra la nutella e una carbonara

Lunedì 17 Luglio 2017 di Piero Mei
Minisini e Flamini, la questione di feeling tra la nutella e una carbonara
Giorgio non vede l’ora di tornare in albergo sull’Isola Margherita, salire in camera, prendere il suo barattolo di Nutella, scendere al ristorante, acciuffare un po’ di palline di gelato al cocco, spalmarci sopra il personale tesoro e divorare il tutto; Manila sogna una carbonara. L’altro giorno, ne avevano parlato nella camera dove i due alloggiano: on n’y soit qui mal y pense, come dice il motto dell’Ordine della Giarrettiera, non ci siano cattivi pensieri, Manila è regolarmente e felicemente sposata con tanto di marito al seguito, Giorgio è regolarmente e felicemente fidanzabile; la convivenza e connivenza è solo e rigorosamente sportiva- Uno dei due, steso sul letto, diceva: come mi andrebbe una carbonara! e all’altra, sul tablet e su instagram, proprio in quel momento ne compariva una, ma solo in immagine, ahiloro.
QUESTIONE DI FEELING
Tra Minisini e la Flamini si vede che c’è un feeling speciale: “Mai, nei tanti anni di nuoto sincronizzato, in squadra, con le mie compagne, c’è stato questo qualcosa in più, questa intesa che basta uno sguardo, questa sensazione”. Forse è anche per la differenza di sesso, e “vive la différence” come diceva quello. La coppia è rivoluzionaria a modo suo: prima di Giorgio il sincro era un gineceo, l’avvento ha creato quel tanto che è bastato a cambiare questo sport ed a renderlo più interessante per pubblico e critica. Certo per le tante ragazze che l’hanno praticato e lo praticano deve essere stato perfino un po’ frustrante vedersi circondati da sufficienza e ironia, finché non è arrivato l’uomo. Bill May molto faticò, ora con Giorgio la strada sembra apertissima: 73 i già tesserati in Italia, 10 Paesi qui rappresentati ai mondiali di Budapest, e non potrà mancare, prima o poi, un futuro olimpico. A Tokyo no, ma a Parigi 2024 chissà. A Los Angeles 2028 quasi sicuramente.
EVOLUZIONE DELLA SPECIE
Lo dice l’uomo della coppia, purtroppo per lui, ultima classificata, quella di Panama: si chiama Alberto Pinto e dichiara di essersi dedicato al sincro contro “la discriminacion de genero”, cioè la discriminazione sessuale. Il Comitato Internazionale Olimpico, che ha sposato la modernizzazione dei Giochi non solo nel pensarli meno costosi, ma anche più intriganti per le nuove generazioni, non potrà non teerne conto. La partecipazione femminile che fu ignorata agli inizi, a fine Ottocento, ed avversata nella sacralità dello sport maschile degli antichi greci che gareggiavano nudi per evitare “truffe”, e che è andata espandendosi, raggiungerà, a Tokyo 2020, una presenza percentuale di 52-48 ancora a favore d’uomo; ma st aprendo le competizioni con staffette miste in nuoto e aletica, gare di coppia non solo nel tradizionale tennis, ma anche nel tiro, nell’arco e nei tuffi.
La ricerca è anche di discipline che piacciano ai giocani, la nuova audience del web: arrampicata sportiva, skateboard. “Se sempre più ragazzi andranno in piscina a fare nuoto sincronizzato, in sempre più Paesi, l’Olimpiade ci dovrà prendere” dice Bll May. “Non ora, non l’anno prossimo, non fra tre anni, ma magari fra 10 sì” è la profezia di Minisini. Che fra 10 anni ne avrà solo 31 e forse il podio sarà lì a un saltello.
Ultimo aggiornamento: 16:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA