Nuoto, niente medaglie per l'Italia, ma 6 primati nazionali

Sabato 15 Dicembre 2018
Pellegrini
Nel girotondo del nuoto azzurro è stato il giorno del “tutti giù per terra”, nel senso che non è arrivata nessuna medaglia al mondiale in vasca corta di Hangzhou, ma se la buona (e miracolosa quasi) abitudine è stata interrotta, è continuata però quella dei record nazionali migliorati: cinque, uno dei quali, quello della staffetta 4x200 stile libero femminile, ha visto “complici” Federica Pellegrini e Simona Quadarella, con in apertura di quartetto Margherita Panziera che ha nuotato alla rovescia del suo solito dorso, a pancia in giù. “Ieri, oggi e domani” messi insieme hanno dato i loro frutti: Federica è di tutti e tre i periodi. Cinque che poi sono sei nel totale di giornata,  giacché la staffetta delle campionesse il suo l'ha migliorato sia in qualificazione che in finale.

E, quanto a medaglie, se c’è da tener conto delle rane non entrate in finale (né il ritrovato Martinenghi, né Scozzoli) c’è però per domani da fare un nome e un cognome. Gregorio Paltrinieri. Romanchuck è andato molto meglio di lui nella batteria dei 1500, ma “domani è un’altra gara” ha detto Gregorio, il che l’Italia spera. E magari qualche sorpresa...

FEDERICA DA 200

Tornata ai “suoi” 200, Federica Pellegrini è stata tra le migliori: la sua frazione, la terza per l’Italia, ha registrato il tempo di 1.52:66, che è il terzo tra le 32 concorrenti lei compresa, preceduta solo all’australiana Titmus e dalla cinese Wang, ragazze nate nel Terzo Millennio. La performance della Pellegrini ha dato una grossa mano al 7.43:18, tempo con cui l’Italia ha migliorato ancora il record nazionale già fatto in mattinata con questa “staffetta delle regine” che mescola la Panziera (al suo personale nella specialità sia in qualificazione che poi in finale) e la Quadarella, medagliste plurime, insieme con Erica Musso, alla Divina, che ha domani l’ultima occasione per fare 50 medaglie internazionali, sennò sarà per la prossima volta o dopo ancora, tanto ce ne saranno di occasioni…

Le quattro ragazze si dichiarano tutte divertite dall’esperienza: “Del tempo sono contentissima, magari sempre così in vasca lunga, saremmo a posto tutta la vita _ dice la Pellegrini _ e il dato più importante è quello di aver buttato giù di un bel po’ di secondi il record; i cambi li abbiamo provati praticamente oggi”. Federica vede rosa e questo è importante per i nuoto azzurro. La Pazniera dice di “aver fatto fatica doppia nel pomeriggio” e che questa “improvvisazione” le è piaciuta molto; anche alla Quadarella le staffette vanno a genio: “Servono per svagarmi e poi mi sto velocizzando; ma un futuro c’è: questione di esperienza e allenamento che ci mancano al nuotare insieme”. Un po’ più triste Erica Musso: “Ho peggiorato il tempo della mattina, mi è capitato anche nei 400, dovrò lavorare su questo; mi spiace per le mie compagne e per quei cinque decimi in più”.

“THE TIME IS OKAY”

“The time is okay”, il tempo è buono, dice Santo Condorelli ancora con il fiatone dopo aver nuotato in 20:40, l’ultima frazione, quella a stile libero, della staffetta 4x50 mista. Più veloce di lui sono andati solo il russo Rylov e l’americano Held; il brasiliano lento, ma i sudamericani avevano messo in carniere tempi migliori negli altri stili, e così l’Italia è quarta, a cinque centesimi dal podio, in 1.31:54, crono che è record italiano migliorando quello stampato il mattino in batteria.

“Cinque centesimi, sempre cinque centesimi: nello stile e qui” borbotta Marco Orsi, impegnato nella frazione a delfino: “mannaggia i centesimi, potevamo limare qualcosa”. “Ho fatto il miglior cinquanta del mondiale all’ultima gara, era meglio cominciare prima” è il commento di Simone Sabbioni, il dorsista; e Fabio Scozzoli, la rana di finale: “Non riesco mai a spingermi bene con la partenza”. Insieme soddisfatto e deluso: la seconda cosa lo sarà di più da lì a poco, quando andrà fuori dalla finale dei 50 rana individuali.

GOMMA CANCELLATA

Ilaria Cusinato, quinta in finale, fa del suo meglio nei 200 misti, e i meglio d’Italia: il suo 2.06:17 è primato nazionale e cancella il 2.06:21 di quasi dieci anni fa (Istanbul 2009) che Francesca Segat aveva registrato ai tempi della gomma, quando tutto il mondo nuotava con “l’aiutino” del costume galleggiante e i primati si facevano a raffica, senza nulla togliere. 27:35, 31:58. 36:32 e 30:92 i passaggi di Ilaria. “Sono contentissima, sapevo che loro avrebbero tirato di più in finale e il podio sarebbe stato difficilissimo. Ho fatto una gara perfetta, a un certo punto mi sono vista terza. C’è ancora qualcosa da limre, le virate sono un po’ lente, sono arrivata lunga ma se facevo un’altra bracciata scoppiavo. Ci tenevo a far bene: nei 400 non ero migliorata come mi aspettavo. Per me è stato un campionato fantastico, con tre mesi di allenamento. Adesso però punto alla vasca lunga: lì mi esprimo meglio”.

Tra le loro citate da Ilaria emerge da vincitrice la solita Katinka Hosszu, quarto oro individuale, da sola vale una nazione e porta in alto l’Ungheria nel medagliere (che è solo lei) che, giustamente, privilegia il conto degli ori.

MISS RECORD

Quarto posto nei 100 rana e quinto record italiano raggiunto per lei in questa manifestazione. L’1.04:73 di Martina Carraro non la porta sul podio ma fa scrivere il suo nome ancora una volta nella lista dei primatisti aggiornata ad Hangzhou: tre volte in serie nei 50 e due nei 100. L’oro è della giamaicana Alia Atkinson, della quale si sottolinea la pelle nera non perché faccia qualche differenza ma perché rappresenta un movimento crescente di tutto il mondo e le etnie, da quando anche il nuoto è di tutti. E sempre più sarà, fino a non farci caso.

Nonostante la splendida striscia Martina è arrabbiata: “il record va bene, ma queste opportunità non capitano mai un’altra volta: mi meraviglio di essere così arrabbiata per un quarto posto mondiale, ma stare dietro di un decimo ti scoccia molto; ne rifarei subito un’altra. Per il resto tutto bene: la vasca corta non è ancora la mia vasca, faccio errori enormi però me la gioco con le più grandi. Mi porto questa carica per la staffetta di domani. E per il futuro, spero”.

DELFINI GIOIOSI

“Mi dispiace dirlo davanti a lei, però il record lo avevo puntato” è il comment di Elena Di Liddo, 56:06 nei 100 delfino, secondo tempo di ingresso in finale e record italiano. Sorride, Elena: perché la lei di fronte è la ormai ex primatista Ilaria Bianchi, che ha chiuso la semifinale in 56:79, sesto tempo e dunque finalista, “E’ il mio miglior tempo dell’anno, era importante essere fra le otto” dice Ilaria.

“Mi dispiace per lei, ma nello sport ci sta. Ci divertiamo, ci punzecchiamo e la concorrenza ci stimola, fa bene a tutte e due. Vediamo domani, se arriverò morta come oggi o addirittura peggio; spero che l’americana non mi faccia troppe onde; ci ho fatto una gara ed è stato devastante”. L’americana è la Dahlia che ha il miglior tempo.

RANE AMARE

Uno dei due o tutti e due, Scozzoli e Martinenghi, erano attesi a qualificarsi per la finale dei 50 rana di domani. E invece no. Il 26:03, primato personale del giovane che suona il clacson per il sorpasso del “vecchio” Scozzoli, è il nono tempo e il 26:04 di Scozzoli il decimo, primi degli esclusi.

I 100

Non entrano in finale neppure I due dello stile libero, 100 metri, “gara delle gare”. Alessandro Miressi, cui la vasca corta poco s’adatta essendo uno spilungone da progressione, è decimo in 46.84, suo personale uguagliato, Lorenzo Zazzeri è quattordicesimo in 46.98.

NONNO A TUTTO GAS

Si fa un gran parlare di millennials e di nati dal 2000 in poi, però nei 50 vola il “delfino stagionato”: accade qualcosa che va a mano contraria: il titolo mondiale è del brasiliano Nicholas Santos con 21:81. Lui nel 2000 aveva già vent’anni, essendo nato nel gennaio del 1980 ed ora ne ha quasi 39. Fatte le proporzioni, vai Federica fino a Parigi 2024: in fondo ne avresti solo 36.
Ultimo aggiornamento: 15:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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