Gianluca Amadori
SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE di
Gianluca Amadori

Il ritorno dei manganelli: quando severità e rispetto delle regole valgono solo per alcuni

Domenica 25 Febbraio 2024

Una buona notizia: finalmente i giovani sono tornati a manifestare in piazza. Per chiedere la pace nel mondo, per difendere diritti e ambiente, per rivendicare lo spazio che spetta loro nella società.

Una brutta notizia: le forze dell'ordine, ripetutamente, hanno fatto ricorso alla forza, alimentando non poche preoccupazioni. Tanto da spingere il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a stigmatizzare il ricorso ai manganelli: "Usarli con i ragazzi è un fallimento - ha dichiarato - L'autorevolezza non si misura sui manganelli, ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni".

Chi prefigura tempi bui in arrivo, rischi per la democrazia, forse esagera e tratteggia qualcosa che non c'è, neppure sotto forma di oscuri progetti. Ma sicuramente qualcosa non va. Quei richiami all'ordine e alla disciplina predicati sempre più spesso sono contraddetti quotidianamente dai comportamenti di coloro i quali di ordine e disciplina fanno vanto e bandiera.

Ma non basta. Ordine e disciplina dovrebbero valere per tutti. Invece, la severità contro chi non rispetta le regole viene usata come clava (o comunque minaccia) soltanto contro qualcuno: i ragazzi che manifestano o chi colora di verde il Canal Grande (usando peraltro una sostanza non dannosa).

Gli stessi che si riempiono la bocca di proclami all'insegna della tolleranza zero, fanno poco o nulla nei confronti di altri, o peggio ancora ammiccano: come nel caso di chi paralizza le autostrade per protestare contro le condizioni degli agricoltori, o di chi blocca i centri città fermando il servizio taxi per impedire che l'attività venga organizzata in modo tale da diventare davvero un servizio pubblico.

Uno Stato che fa il forte con i deboli e il debole con chi urla di più (per paura, convenienza, calcolo elettorale) non è degno di questo nome.

Poliziotti che rincorrono ragazzini inermi e li prendono a manganellate quando sono a terra non ha nulla a che vedere con la tutela dell'ordine pubblico, con buona pace di chi si proclama sempre e comunque dalla parte dei poliziotti.

Ci aspetta una stagione di piazze sempre più piene, di manifestazioni e di proteste sempre più numerose: dopo anni in cui ci siamo raccontati che tutto andava bene, i nodi stanno arrivando al pettine. La povertà aumenta, i conflitti sociali finora sopiti, stanno riemergendo. La verità è che i problemi vanno affrontati cercando soluzioni condivise, ascoltando la gente, impegnandosi per ridurre il crescente divario sociale, invece di assicurare privilegi ad alcuni. Limitarsi ad annunciare il pugno di ferro nei confronti di immigrati e senzatetto, così come schierare poliziotti in tenuta antisommossa è solo segno di debolezza. E non risolve nulla.

 

Ultimo aggiornamento: 21:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA