Chievo, la grande attesa per il debutto di Cristiano Ronaldo

Venerdì 17 Agosto 2018 di Matteo Sorio
Chievo, la grande attesa per il debutto di Cristiano Ronaldo

VERONA La prima avversaria italiana di CR7 è una squadra in divenire, sulla carta indebolita, lontana dal vestire già domani l’abito migliore. Qui Chievo, i tempi cambiano e dopo un mercato condizionato dal processo sportivo sulle plusvalenze (primo atto finito nel nulla per improcedibilità, il secondo inizia il 16 settembre) l’unica certezza aspettando la Juventus di Ronaldo è ciò che ci si lascia alle spalle. Negli ultimi anni il club veronese aveva basato le sue salvezze su un nucleo forte di giocatori seminato nella vecchia gestione del ds Giovanni Sartori – dal 2014 all’Atalanta – e innaffiato poi con spruzzate di qualità o fosforo (Castro, Giaccherini, Cacciatore). Oggi per esigenze di cassa – 63 milioni di euro di debito netto nell’ultimo bilancio – e di ricambio – l’età media troppo alta – quel nucleo forte è meno nutrito, via il bomber di famiglia degli ultimi due campionati, Inglese, via la cerniera perfetta tra mediana e attacco, Castro, saluti ai senatori della difesa Gamberini e Dainelli. Ecco perché Lorenzo D’Anna, alla vigilia, dosa le tinte forti dell’entusiasmo («avremo gli occhi del mondo addosso, è il tipo di partita che vale la pena vivere, vogliamo giocarcela sino in fondo») con quelle più tenui di un approccio per forza di cose realista: «Non siamo ancora al top, lo saremo nel giro di un mese». Seguendo la traccia di quanto perso dal Chievo per strada, davanti il dopo-Inglese è nel ballottaggio tra un centravanti che non segna da due anni, Djordjevic, e uno che l’anno scorso ha fatto intravedere bei bagliori, Stepinski (per la Juve è favorito il secondo), a centrocampo il dopo-Castro è nebuloso, dietro si ricomincia dalla new-entry dell’anno scorso, Bani, centrale di buon senso tattico ma ancora poco pelo sullo stomaco, affiancato da due tutor esperti come Rossettini e Tomovic. Altro potenziale salto nel vuoto: il Chievo affida le chiavi della macchina a D’Anna, ex pilone di retroguardia e capitano, già tecnico della Primavera, con lui le tre boccate d’ossigeno consecutive che garantirono in extremis l’ultima delle salvezze. Al debutto dall’inizio in A, D’Anna opporrà alla scacchiera bianconera un 4-3-3 con qualche accorgimento dietro per tenere sugli esterni di Allegri. Modulo sulla carta rischioso. Modulo che prevede una mediana chiodata (Rigoni, Hetemaj, Radovanovic, più lotta che governo-palla) per proteggersi dagli sbilanciamenti di un tridente abitato dagli unici accendini di qualità dell'undici titolare, Birsa e Giaccherini (ma sapranno rientrare a sufficienza?). Accostato a questa Signora, questo Chievo è più che mai in scala uno a mille. «Saremo rompiscatole», prometteva giorni fa Sorrentino, primo portiere di A sulla strada di CR7. Almeno quello, giusto per non trasformare l’esordio di Ronaldo in una passerella con tappeto rosso e fiori. Al resto ci pensa già la cornice. Un Bentegodi col record d’incasso di sempre, circa un milione di euro (il Chievo ha mediamente raddoppiato il tariffario tradizionale adottato per le big). Un quartiere, quello dello stadio, lo stesso dove nel 1984 debuttò in Italia un certo Maradona, che sarà interamente chiuso al traffico e sorvegliato pure dalle unità antiterrorismo. Una città, Verona, in cui le maglie ufficiali di Ronaldo sono andate via come caramelle. C’è, in riva all’Adige, chi dice: finalmente domani si gioca. Vero: Juve e CR7 permettendo, però.  

 

Ultimo aggiornamento: 15:03
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