De Rossi: «Qualificazione ipotecata. Il rinnovo? Si sono persi il mio numero...»

Giovedì 16 Febbraio 2017
De Rossi: «Qualificazione ipotecata. Il rinnovo? Si sono persi il mio numero...»
Ecco le parole rilasciata a Sky da Daniele De Rossi alla fine della partita di Europa League tra il Villarreal e la Roma.

Oggi risposta molto importante.
«Sì, a dispetto del risultato poteva sembrare una partita molto squilibrata, la partita è stata equilibrata. Eravamo convinti fosse difficile, volevamo ipotecare la qualificazione già da oggi. Loro avevano questa difesa con numeri importantissimi, acquista ancora più valore questo risultato».

Le storie di Dzeko ed Emerson cosa ci devono insegnare?
«Devono insegnare a tanti tifosi romanisti di aspettare a dare giudizi perché uno non era praticamente mai stato visto, l’altro non aveva fatto benissimo ma è un campione e si sa. I campioni possono avere stagioni non positivissime. Lui ha anche dovuto guardare qualche partite perché c’erano compagni che stavano giocando meglio. Questo è Dzeko e andrebbe coccolato. Ora è coccolato».

Novità sul rinnovo?
«Non ci sono, non ci siamo sentite, non mi hanno chiamato e io non ho chiamato loro. Imminente? No. Ancora non mi chiamano. Hanno perso il numero (ridendo, ndr). Ho 33 anni, capisco che una squadra come la Roma ha priorità soprattutto ora che c’era il mercato, fortunatamente io la vivo proprio serenamente, non c’è questo assillo. Adesso non squilla né da Roma né dall’estero».

Quello che è successo questa sera ha come prologo Italia-Spagna 2-0 agli Europei?
«Sì, ci possono essere analogie e la conferma che il calcio nostro è sempre uno dei migliore. L’organizzazione delle squadre italiane è sempre al top che possiamo trovare in Europa».

Tu hai detto ‘è sempre tra i migliori’. Più giusto dire che sta tornando forse?
«Sì, come risultati non lo è stato per tanti anni, poi per tanti anni dal punto di vista del gioco ci siamo imbruttiti. Qui c’è un discorso di qualità. Barcellona e Real hanno qualità che non si può trovare in squadre italiane, però loro come idea hanno sempre voluto giocare, e se lo fanno loro non vedo perché non possiamo farlo noi».

Quanti giocatori stanno diventando di pensiero?
«C’è chi ci nasce con una certa dote di pensiero, chi ha altre qualità e lì devi avere una grande squadra e un grande allenatore. Ho visto giocatori non sbagliare una palla senza avere i piedi di Pirlo, basta vedere le nostre partite degli Europei. Questo è fondamentale che l’allenatore ti dia un’impronta e che tutti i giocatori siano collegati, è un lavoro di squadra e sta succedendo. In Italia si trovano sempre dei campacci bruttissimi, i campi dovrebbero essere tutti come stasera. Il campo deve essere come stasera e dovrebbe essere proprio una regola scritta».

La Roma ha vinto perché siete migliori, non è stata un’impresa. Mi è sembrata una vittoria netta e meritata.
«Sì, forse l’impresa era più nel 4-0, nel fare così tanti gol a una squadra che ne subisce pochi. Il mister ci ha detto ‘è una partita importante che si vince facendo cose normali’. Se fai il tuo e sei più forte, la squadra più forte vince. Il calcio è questo».

Florenzi? L’hai sentito?
«L’ho sentito per primo, me l’ha detto papà, è calato un velo di tristezza. Aspettiamo domani, farà una visita importante. Queste cose fanno malissimo quando capitano a giocatori che non conosco, se capita a un tuo amico è una cosa che ti straccia il cuore. Per uno che fa questo lavoro, è un dramma sportivo. Gli staremo vicinissimi, per la qualità del giocatore ma soprattutto per quelle del ragazzo».
Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 14:42
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