BASSANO - Si è spento oggi a Bassano, all'età di 75 anni, l'ex arbitro Luigi Agnolin, uno dei fischietti più famosi in Italia negli Anni 70 e 80. Uomo di grande personalità, fu protagonista di scontri anche accesi con giocatori e società, prima di diventare lui stesso dirigente col Venezia (stagione 1999/2000 con Beppe Marotta direttore generale) poi con la Roma, Verona, Perugia e Siena. Nella sua città, Bassano, è stato una istituzione per aver anche creato un famoso centro sportivo. Dal 1995 al '99 - chiamato dal caporedattore Beppe Donazzan - ha scritto come commentatore per il Gazzettino Ognisport.
Agnolin divenne celebre per un litigio in campo in un derby di Torino con Roberto Bettega, allora centravanti della Juve, cui secondo un racconto ormai leggendario disse, dopo le accese proteste dei bianconeri: "Vi faccio un c...
Figlio d’arte (il padre Guido arbitrò 155 partite di serie A), Agnolin partecipò a due campionati del mondo: nel 1986 in Messico (e fu giudicato il migliore del torneo), 1990 in Italia. Nell'87 diresse la finale di Coppa delle Coppe (Ajax-Lokomotiv Lipsia 1-0), nell'88 quella di Coppa dei Campioni (Psv Eindoven-Benfica 6-5 ai calci di rigore). E' stato dirigente anche di una società portoghese.
A Bassano vivono tuttora le due figlie di Agnolin, molto attive nell'ambito sportivo.
REAZIONI - «Il presidente dell’AIA Marcello Nicchi e il vice Narciso Pisacreta, insieme ai componenti del Comitato nazionale, al responsabile del Settore tecnico arbitrale Alfredo Trentalange e ai responsabili degli Organi tecnici nazionali, anche a nome dei 33.000 arbitri italiani, esprimono alla famiglia di Luigi Agnolin profondo cordoglio e vicinanza. Si uniscono il segretario ed il vice segretario dell’AIA, il direttore responsabile della rivista "L'Arbitro" e i coordinatori della redazione» riporta una nota.
«Con Luigi Agnolin se ne va un pezzo di storia dello sport nazionale e veneto. Un esempio di serietà, onestà e professionalità in un mondo non facile come quello del calcio. Ma il suo insegnamento non va perduto, perché lo stile non ha tempo» afferma il governatore Luca Zaia «Quando la voce dei cronisti scandiva la frase 'arbitra Agnolin di Bassano' significava che la partita, anche la più complicata, era in buone mani, a garanzia delle squadre e dei loro tifosi, perché in quella giacchetta nera tutti ammettevano esserci un signor arbitro e un uomo onesto. Due Mondiali in cui fu sempre valutato tra i migliori, finali infuocate di Coppa Coppe e Coppa dei Campioni, centinaia di partite di serie A condotte con autorevolezza sempre accompagnata dal garbo rendono grande questa figura di uomo di sport. A maggior ragione oggi nell'epoca dell'elettronica, della Var, degli slow motion, c'è un po' di nostalgia nel ricordare le decisioni di Agnolin di Bassano, prese in una frazione di secondo e senza possibilità di appello - conclude - come solo i grandi sapevano fare».
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