Ventura: «Tattica, determinazione e cuore per andare ai Mondiali. Non sarà la mia ultima da ct»

Domenica 12 Novembre 2017 di Ugo Trani
Ventura: «Tattica, determinazione e cuore per andare ai Mondiali. Non sarà la mia ultima da ct»

dal nostro inviato MILANO - «Qualcosa cambia perché sono passate solo 48 ore. Speriamo in meglio, visto il risultato ma questo lo vediamo alla fine della partita». Ventura conferma che l'Italia, anche negli interpreti, sarà diversa da quella di venerdì. Ameno 2-3 cambi, con Zappacosta, Bernardeschi, Insigne e Gagliardini che insidiano Barzagli in difesa, De Rossi a centrocampo e Belotti in attacco. Jorginho, invece, spera di entrare per lo squalificato Verratti, anche nel 4-2-4.
 



ULTIMA CHIAMATA
«Il fatto che io ritenevo opportuno fare è analizzare lecose buone e meno buone prendendo coscienza che abbiamo fatto delle cose e che ne potevamo ancora di più. Quando tu prendi coscienza di qualcosa è importante. Sereni? Siamo consapevoli che è una partita...Quando io sono arrivato in Nazionale lo scenario era esattamente questo. Il percorso era buono, volevamo giocarcela alla pari con la Spagna che sapevamo sarebbe stata superiore a noi. Siamo arrivati ai play off, abbiamo fatto una partita ma ce n'è un'altra. Se non verrà superata ci saranno delle disquisizioni, come ce ne saranno altre se passeremo. Siamo alla fine di questo percorso. Se ho pensato che questa può essere la mia ultima partita da ct azzurro? No, sinceramente no».

STRISCIA VELENOSA
Non polemizza più sull'arbitro Cakir, almeno distratto nella gara d'andata, ma per rispondere ai calciatori svedese che hanno definito attori e anche simulatori gli azzurri fa riferimento alla microfrattura al naso di Bonucci (gomitata di Toivonen): «Ho tanti anni purtroppo per me di calcio e certe cose lasciano il tempo che trovano. A fine partita ho detto solamente che potevano essere gestite alcune cose in maniera più corretta, poi non entro nel merito. Se pero' uno gioca con la maschera, un minimo di dispiacere c'è. Siamo all'Italia, siamo una squadra che deve giocare a calcio e si qualificherà se giocheremo a calcio. Non so che partita farà la Svezia, sappiamo che partita dobbiamo fare noi, mi auguro solo che sia una bella partita».

SFORZO TRIPLO
Ventura sa che cosa servirà domani sera a San Siro. E, a sentirlo parlare, la prestazione, a differenza di quanto successo a Solna, dovra essere completa: «E' importante la tattica ma anche tante altre cose. La tattica è importante ma da sola non basta, la corsa e la determinazione da sole non bastano. Queste tre cose insieme possono invece bastare e l'obiettivo è avere tutti e tre queste cose per raggiungere il traguardo che ci siamo prefissati. Evidentemente se le cose non sono andate bene nella gara di andata una di queste tre caratteristiche non c'era». Sui consigli che gli arrivano dal mondo del calcio: «Per ascoltarli tutti mi ci vorrebbero dei mesi e non ho tutto questo tempo. So che l'Italia funziona così, non pensavo in maniera così grand ma funziona così. Un allenatore che riceve consigli li ascolta, li valuta ma poi decide lui. Entreremo in campo in 11, usiamo la nostra testa e poi il campo dira...».

REGISTA AL DEBUTTO
Jorginho dovrebbe essere per la prima volta titolare in una gara ufficiale e Bernardeschi diventare la mossa a sorpresa.
Il ct ammette che l'oriundo può avere spazio a prescindere dal sistema di gioco e che l'esterno essere in preso considerazione anche in partenza: «Tutto quello che ho detto in conferenza è tutto quello che ho sempre pensato. Su Jorginho confermo quello che ho detto e se Bernardeschi è qui è perchè puo' dare una mano in qualsiasi tipo di forma».

Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 15:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA