Buffon: «Una partita che pesa nella storia della nazionale»

Domenica 12 Novembre 2017 di Ugo Trani
Buffon: «Una partita che pesa nella storia della nazionale»
dal nostro inviato MILANO «Sicuramente è un momento molto alto di tensione perché è inevitabile vista la posta in palio e visto il senso di responsabilità che ognuno di noi deve avere. Inutile negare che c'è la possibilità di ribaltare questo risultato, culliamo questo sogno, ed una gara importante per noi, per la Nazionale e tutta la nazione». Buffon racconta la sua vigilia e quella dell'Italia. Il capitano, in conferenza ad Appiano Gentile, mette giustamente in secondo piano il record del 6° mondiale. «Io, il ct e gli altri abbiamo altro a cui pensare». C'è da battere la Svezia con 2 gol di scarto.

ENNESIMO ESAME
Gara dentro o fuori. Non una novità per Gigi e per gli altri senatori azzurri: «E'capitato tante volte nella mia carriera di essere di fronte a dei bivi importanti da dentro fuori. Spero è stato dentro, alcune volte è stato fuori ma è il percorso di ognuno di noi. Non cambia nulla per il mio futuro e per il mio rapporto con la Nazionale. Con una vittoria, al di là del mio cammino azzurro, vuol dire tanto per il movimento, per noi, ed il mister. Quello che conta per me è la gara di domani, l'altro obiettivo, sulla mia seta partecipazione a un mondiale, è secondario, non conta nulla. Se poi ci qualificheremo, abbinerei poi una soddisfazione personale ad un grande risultato per la Nazionale. Viviamo come la vigilia di una gara importante. Ognuno di noi sa, in modo diverso, come arrivare al meglio a certe partite. E' da venerdì scorso che sono in uno stato di giusta attenzione e tensione. Anche dopo la partita di venerdì non avrei avuto il tempo per ricomprimermi e poi riprendermi. E' tutto un flusso continuo e sono felice che sia così perché penso che possa portare tutto questo a qualcosa di buono».

NESSUN APPELLO
Buffon non usa slogan. Adesso serve l'Italia: «Messaggi ce ne sono pochi da dare a parole. Ci sono messaggi da dare sul campo e messaggi forti che devono trascinare la gente a sostenerci e a portarci a questa che ormai è diventata a tutti gli effetti una piccola impresa ed un obiettivo a cui teniamo molto. Le parole le abbiamo adottato tutte in questi giorni, credo che sia arrivato il momento dei fatti». Anche perché lui e gli azzurri conoscono bene la nazionale di Andessorn. «La Svezia di oggi è come quella del passato. Gioca alla fine in un modo consolidato da vent'anni. Piu' o meno le caratteristiche ed il modulo tattico che adopera lo fa da tempo immemore. Magari è un po' di attesa in trasferta e spregiudicata in casa. Ma cambia poco. Il match dipendera' solo da noi. Da come lo affronteremo».

EFFETTO SAN SIRO
Lo stadio sembra quello giusto per l'impresa e Buffon, come ha sempre fatto anche prima della gara di Solna, sa che il pubblico potrebbe fare la differenza: «La verità sta nel mezzo e quindi dico che sicuramente una predisposizione all'accettazione anche di qualche sbavatura, all'errore che qualcuno di noi potra' compiere, per vari motivi, fa si che anche il giocatore possa sentirsi anche capito e spinto dal pubblico amico. Dico ai tifosi di non approcciare in modo critico alla partita perchè questo atteggiamento, per come siamo messi, porterebbe solo malefici. Ripeto cosa ho detto tre giorni, mi piacerebbe e mi emozionerebbe, che ogni persona che verrà allo stadio si spogliasse della maglia di club, ed indossi solo il colore azzurro che ognuno di noi deve avere sulla pelle. Per i fischi e le critiche c'è spazio dal 90' in poi e poi ognuno di noi deve avere l'umiltà di accettarli ma prima un atteggiamento positivo del pubblico non puo' che aiutarci».
Ultimo aggiornamento: 15:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA