Juventus, Allegri: «Lo scudetto non è ancora vinto»

Mercoledì 14 Marzo 2018 di Redazione Sport
Juventus, Allegri: «Lo scudetto non è ancora vinto»
«Dobbiamo fare i complimenti ai ragazzi per la vittoria e per non aver subito.
Non è facile giocare contro l'Atalanta, che è una grande squadra, molto fisica ed è difficile da battere. I numeri che stiamo facendo sono improntanti, ma non abbiamo ancora vinto niente. Dobbiamo pensare alla prossima sfida: la Spal sta bene, dovremo battagliare con convinzione e gran rispetto della Spal». Così Massimiliano Allegri, a Premium sport, dopo la vittoria sull'Atalanta. «Se faremo così avremo buone probabilità di vincere. Dobbiamo vivere questo finale di stagione in modo sereno - prosegue - con entusiasmo, ma senza esaltarci. Non possiamo permetterci dei passi falsi, perché il Napoli è ancora lì. Ho una grande rosa a disposizione e tutto il gruppo ha lo stesso obiettivo, che è quello di vincere il settimo scudetto, andare avanti in Champions e vincere la Coppa Italia. Ma la pratica-scudetto non è assolutamente chiusa, non dobbiamo commettere questo errore». «Higuain anche uomo-assist? Ha ritirato fuori quelle le sue qualità e le sue caratteristiche d'inizio carriera - sottolinea -. Oltre a segnare per noi è un regista avanzato molto importante. Quale dato mi piace di più tra la miglior difesa e il miglior attacco? L'arrabbiatura con Benatia? Perché ha rischiato di prendere un rosso. Ha avuto un momento di rabbia, poi si è subito calmato. La partita di Dybala? Ha fatto una buona partita, è il giocatore che ci cuce il gioco e ora sta bene fisicamente». «Quale squadra non voglio in Champions? Sono otto anni che prendo il Barcellona, spero in un anno di riposo - conclude -. La squadra favorita è il Real Madrid, perché sta crescendo tecnicamente e fisicamente e in Liga non ha più chance di vincere. La Roma ai quarti? Voglio fare i complimenti alla Roma per il passaggio del turno. Per il calcio italiano è un risultato molto importante, sento spesso denigrare il calcio italiano e i giocatori italiani, ma noi abbiamo la nostra cultura calcistica e bisogna avere rispetto».(

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