Juventus, Hernanes carico: "Siamo la squadra da battere". Lemina: "Posso giocare ovunque"

Mercoledì 2 Settembre 2015 di Luca Pasquaretta
Juventus, Hernanes carico: "Siamo la squadra da battere". Lemina: "Posso giocare ovunque"
E’ stato il giorno di Hernanes e Lemina. Presentazione allo Juventus Stadium, tour al Museum e allo Store per il consueto incontro con i tifosi. Tutto si può dire tranne che il brasiliano non abbia coraggio. Gli hanno subito chiesto spiegazioni di quella frase che aveva pronunciato il giorno della presentazione all’Inter, gennaio 2014. («Ho scelto i nerazzurri perché è stato l’unico club in Italia mai sceso in serie B, e ciò vuol dire che è una società seria che sa come ottenere risultati. Poi è sempre stata lontano dagli scandali, anche quelli di qualche anno fa, e questo mi piace»). Ha risposto senza peli sulla lingua: «Nessuno mi ha messo in bocca quelle parole, le ho dette perché me le sentivo. Adesso sono qua, è un altro capitolo della mia vita, questa società ha sempre vinto, l’ho scelta per quello». Il brasiliano ha spiegato quando è nata la trattativa: «All’ultimo. E’ stata una sorpresa, è capitato tutto all’improvviso, ho tanto voglia di misurarmi in Champions, non l’ho mai giocata, nonostante abbia disputato un mondiale». «In Italia siamo ancora la squadra da battere. Sono andati via giocatori importanti ma ne sono arrivati altri», ha aggiunto il Profeta che ha scelto la maglia numero 11, quella che è stata di Nedved.



Dopo Hernanes è toccato a Lemina, francese, classe 1993, per molti l’erede di Vidal: «Spero di ripercorrere le sue orme, è un grandissimo campione, a me piace difendere ed attaccare. Il mio ruolo preferito è quello del mediano e del regista, se c’è bisogno posso giocare ovunque. Mi metto a disposizione per la squadra». E ancora: «Ho scelto la Juve perché è una squadra eccellente, che vince sempre. Pogba mi ha parlato dopo aver firmato. Lavorerò duro, spero di ritagliarmi più spazio possibile ed aiutare la Juve a vincere. Mi ispiro a Del Piero e a Nedved, quest’ultimo un giocatore con una grande grinta». Per lui maglia numero 18, la data di nascita del figlio.



PARLA MAROTTA

Il mercato secondo Beppe Marotta. Ha voluto chiarire alcuni concetti. Ha fatto il punto. Su tutti: «Abbiamo l’obbligo di vincere immediatamente, chi parla di anno di transizione lo rispedisco al mittente, siamo la Juve, sarà difficilissimo, serviranno grandi sacrifici, ma ci proveremo, perché abbiamo un gruppo forte. Dobbiamo inculcare la mentalità vincente». Sulla campagna trasferimenti: «Siamo estremamente contenti di quello che abbiamo fatto, centrando tutti gli obiettivi. Abbiamo costruito un gruppo vincente. Fare meglio della stagione passata sarebbe durissima, perché bisognerebbe vincere la Champions. Sono partiti giocatori non sostituibili, non solo per le qualità tecniche, ma per il carisma, la personalità nello spogliatoio. Sono valori che bisogna ritrovare. Pirlo era un leader silenzioso, solo con lo sguardo incuteva timore agli avversari e coraggio ai compagni. Le società rimangono, il resto passa. Sta alla nostra abilità dare continuità, mixando giovani e non». Sulla vicenda Draxler. «Facciamo un consuntivo dopo due sconfitte consecutive e quindi c'è anche una visione molto scettica di quello che è stato fatto. Non alimentiamo la cultura dell'alibi. Partire così presto non è stato facile, la Lega dovrebbe prenderne atto. Avevamo bisogno ancora di un periodo di rodaggio, abbiamo questo handicap ma siamo la Juve e tutti dobbiamo riprenderci. Draxler? Il calcio è ricco di dinamiche mediatiche. Qualche volta non escono invece le notizie, ad esempio ci siamo sentiti più di un mese con De Laurentiis per Hamsik. Il 19 agosto ho parlato del tedesco dicendo che esisteva delle difficoltà nel confrontarsi con lo Schalke, una società misteriosa in cui non si sapeva con chi parlare». Sulla sconfitta di Roma e sulla griglia scudetto. «Come dice Lotito in latino, victoria concordia crescit, ossia le vittorie generano euforia. Nell’ambiente giallorosso ce n’è tanta, come è giusto che sia. Questa partita è arrivata troppo presto, non è un alibi, che sia chiaro. Adesso tocca a noi recuperare. L’oscar del mercato? Lo do all’Inter, che allestito una squadra competitiva, come la Roma. Noi non siamo una società di trading, vogliamo vincere attraverso la continuità e la progettualità, sono sicuro che abbiamo costruito una grande squadra, servirà solo un po’ di tempo, solo quello e i risultati arriveranno».

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